“La mia famiglia è il posto sicuro dove potere andare qualsiasi cosa accada”: così Eduardo Scarpetta parla della sua famiglia, nella conferenza stampa di presentazione della serie di cui è insolito protagonista e che si fonda interamente su questo tema. In Storia della mia famiglia, in arrivo dal 19 febbraio su Netflix con i suoi sei episodi, l’attore napoletano interpreta Fausto, un personaggio scoppiettante di vivacità e ottimismo, uno che “sta bene in ogni posto”. La sua instancabile energia vitale, purtroppo non può nulla contro la malattia terminale che lo sta per portare via.
In vista di questa inevitabile circostanza, Fausto decide di non perdere il controllo della situazione e con un’infinita serie di messaggi vocali preregistrati orienterà le scelte dei membri della sua famiglia, consigliandoli e incoraggiandoli a prendersi cura dei suoi due figli, che ama moltissimo, e che non devono assolutamente tornare nelle mani della madre, che soffre di problemi psicologici e vive all’estero. I quattro “inadeguati” componenti della famiglia chiamati a diventare improvvisamente i “fantastici 4” sono Lucia (Vanessa Scalera), il fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo) e gli amici di una vita Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo). Con una struttura che viaggia tra passato e presente, Storia della mia famiglia racconta i tentativi di questi personaggi imperfetti – a cui viene dedicato un episodio a testa – che sono chiamati a superare un lutto e a trasformarlo in qualcosa di meraviglioso.
Il personaggio di Fausto, con il suo carattere forte, è una presenza costante per tutta la serie, quasi un collante che tiene uniti i personaggi, così come la struttura stessa della storia. “Mi preparo sempre leggendo tutto il materiale. Per la malattia mi sono dovuto preparare e informare. – dichiara Eduardo Scarpetta – Una malattia che ho vicino perché mia madre ha avuto quasi lo stesso male. Ho lavorato sulla dispnea: questo malfunzionamento respiratorio per cui sembri in affanno anche a riposo. Un lavoro sulla tosse, sul respiro, soprattutto quando sono in ospedale. Per il resto lo abbiamo costruito tutti noi che sin dall’inizio abbiamo avuto una grande cura nei rapporti. Credo che la serie andrà molto bene, è una serie felice ma anche malinconica, tutto è giustificato, equilibrato quando ci passiamo la palla è tutto credibilissimo”.
Storia della mia famiglia. (L to R) Eduardo Scarpetta as Fausto, Tommaso Guidi as Ercole, Jua Leo Migliore as Libero in episode 101 of Storia della mia famiglia. Cr. Claudia Sicuranza/Netflix © 2025
Il conflitto più grande è quello con il personaggio di Vanessa Scalera, che dopo essere diventata madre da giovanissima, e avere sbagliato tanto, ha una seconda occasione da nonna. “Lucia non è Maria di Nazareth, è una madre che ha tentato di regolarizzare se stessa nel mondo. – racconta l’attrice – Ha prima parlato a se stessa e poi ai figli. Una donna che non è riuscita a capirsi, a comprendersi. Ha fatto dei gran casini nella vita. Non è riuscita a sostenere questi due figli anche perché sono molto particolari: pensiamo sempre alle madri però anche i figli hanno delle personalità diverse. Fausto è un dominatore che prova a dominare le vite degli altri e ha provato a dominare anche quella di sua madre, senza riuscirci. È l’unica che l’ha capita davvero”.
“Il personaggio di Valerio è quello che ha subito più di tutti il fascino di Fausto, che per lui è a un livello inarrivabile. – dichiara Massimiliano Caiazzo in riferimento al ruolo che interpreta, quello del fratello minore di Fausto – Il suo è un rapporto di dipendenza che poi sfocia nella dipendenza da cocaina. Il suo percorso è stato quello di riconoscersi fragile, fallibile e non imporsi delle aspettative da rispettare”.
Ci sono infine Demetrio e Maria, coloro che Fausto ha scelto e a cui si affida ciecamente per la crescita dei figli. “La famiglia che raccontiamo è l’essenza della famiglia moderna come è intesa oggi. – afferma Antonio Gargiulo – Le cose che scegli son le più difficili da portare avanti perché ci vuole molta volontà. Il personaggio che interpreto viene chiamato in causa senza volerlo. La morte di Fausto rappresenta la nascita di Demetrio come individuo, un adulto che non ha capito qual è il suo scopo nella vita. A partire da un grande dolore Demetrio cerca di caricarsi di questo compito che gli viene assegnato”.
Diretta da Claudio Cupellini e creata da Filippo Gravino, Storia della mia famiglia riesce in un genere mai facile, soprattutto in Italia: quello della dramedy. Grazie a un personaggio dal carattere straripante come Fausto, alterna efficacemente momenti leggeri ad altri molto più drammatici, lasciando trasparire un dichiarato ottimismo. Sul modello di serie dal successo internazionale come After Life, il messaggio è dichiarato: in mezzo a tutte le difficoltà della vita, bisogna sempre cercare la gioia e la felicità degli affetti, perché “non si può morire di tristezza”.
“Ho sempre detto a mia figlia: mi raccomando non perdiamo la fiducia nell’umanità. – racconta Gravino, anche co-sceneggiatore al fianco di Elisa Dondi – Visto ciò che sta accadendo nel mondo, ho dovuto ridimensionare le aspettative e ora le dico di non perdere la fiducia nelle persone che ti circondano, nei tuoi affetti. Quella che io chiamo la tua tribù. Questo è ciò che mi dà la sensazione di felicità. Bisogna perdonare gli enormi difetti che tutti gli esseri umani hanno, perché se non perdoni la tribù non si forma e se condanni si disgrega. Questa serie è un inno alla fragilità e alla mediocrità degli esseri umani. In mezzo a tanti errori, vale la pena essere felici anche per quella singola cosa che si è riusciti a fare”.
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