Mancano poche ore all’uscita in sala di Cortina Express un film che vuole provare a riportare in auge il genere del Cinepanettone, attualizzandone le dinamiche. I riferimenti sono chiari: la presenza di Christian De Sica, volto simbolo del genere, affiancato da una spalla “alla Massimo Boldi” come Lillo, l’uscita perfettamente pre-natalizia (sarà nelle sale dal 23 dicembre) e l’utilizzo fin dal titolo di una location vacanziera iconica, dove è ambientato, tra l’altro, quello che è considerato l’ultimo dei classici Cinepanettoni: Vacanze di Natale a Cortina, del 2011.
Oltre 40 anni dopo l’inizio di questo genere così inequivocabilmente italiano, cosa lo rende ancora interessante agli occhi di autori, produttori e, soprattutto, spettatori? Qual è l’eredità che ha avuto sul nostro sistema cinematografico?
Seppure nella sua impostazione prettamente cinematografica il genere del Cinepanettone non sia molto diverso da tante altre commedie sia precedenti cronologicamente che non propriamente italiane, la configurazione quasi manieristica che è stata proposta con continuità a cavallo del nuovo millennio ha segnato enormemente la nostra industria produttiva. Per anni, infatti, la squadra composta da Aurelio De Laurentis alla produzione, Carlo Vanzina prima e Neri Parenti poi alla regia, Christian De Sica e Massimo Boldi come mattatori, è stata la più grande fonte di guadagno per i nostri esercenti al di fuori dei colossal hollywoodiani. Introiti così grandi che hanno condizionato le scelte di chi i film li realizza, anche quando il fenomeno aveva ormai stancato il pubblico.
Tutto ha inizio nel 1982, con Sapore di Mare, considerato per convenzione il primo Cinepanettone: il film di Vanzina, infatti, ebbe un successo commerciale tale da convincere De Laurentis a riproporne la formula in chiave natalizia (con Vacanze di Natale del 1983), dando il via a un filone di “film vacanzieri” che, dopo alcuni esperimenti, esplose definitivamente negli anni ’90.
Proprio con Vacanze di Natale ’90, infatti, De Laurentis trovò il sodalizio attoriale vincente: quella coppia Boldi-De Sica che, con la sua capacità di far immedesimare l’italiano medio in storie pruriginose e ammiccanti, per 15 anni accompagnò le festività cinematografiche di milioni di italiani. Così tanto tempo, che per molti divenne un’irrinunciabile tradizione natalizia. Un momento di comfort da passare con amici e familiari per consumare un prodotto dal sapore sempre più o meno uguale a se stesso. Proprio come il panettone, per l’appunto, da cui arrivò il neologismo che a fine anni ’90 iniziò a identificare il genere.
Dopo tre lustri di successi commerciali da capogiro, connotati da un’opinione pubblica che spesso ne criticava la comicità volgare e prevedibile, la coppia da blockbuster del cinema italiano si ruppe. Era il 2005 quando in sala usciva Natale a Miami, che, nonostante gli incassi da capogiro, segnò la fine del duo Boldi-De Sica per delle divergenze personali e creative che si risolsero solo dopo altri 10 anni.
Per qualche stagione il pubblico continuò ancora ad andare in massa al cinema a vedere i film di Neri Parenti, con Christian De Sica affiancato da altri noti comici, ma qualcosa si era rotto definitivamente: il Cinepanettone aveva le ore contate. Il parziale insuccesso di Vacanze di Natale a Cortina, che nel 2011 incassò “appena” 11 milioni di euro, sancì un cambio di rotta nelle scelte produttive di De Laurentis. L’era del Cinepanettone era ufficialmente finita.
Sono passati quasi 15 anni da allora, quasi un’intera generazione, eppure il confronto con quella felice e lunga esperienza non si è mai del tutto concluso, tornando a cadenze regolari a stuzzicare un pubblico ormai avvezzo ad altre abitudini. Nel 2018 c’è stato lo storico e fruttuoso ritorno della coppia Boldi-De Sica, in Amici come prima, un film manifesto che già nel titolo contiene una dichiarazione d’intenti, seguito nel 2020, in piena pandemia, da In vacanza su Marte, uscito direttamente in digitale. Il fallimento – non solo economico – di quest’ultimo lungometraggio ha messo la pietra tombale su un genere che non aveva più cittadinanza nel cuore (e nei cinema) degli italiani.
Il Cinepanettone, volenti o nolenti, è stato uno specchio della società figlia della tv berlusconiana. Un genere che ha attinto in qualche modo dalla commedia all’italiana per farne qualcosa di più popolare, commerciale e, soprattutto, divisivo. Per anni gli italiani si sono divisi tra i fan del genere, che passavano il Natale in sala con gli amici Boldi e De Sica, e chi invece li criticava con un po’ di snobbismo, sottolineando la ripetitività delle situazioni drammaturgiche, basate sul tradimento e sull’equivoco, la volgarità delle battute, incentrate su parolacce o facili oscenità, e la rappresentazione delle donne, viste solo come pezzi di carne da spogliare e da desiderare.
La società non è più quella di vent’anni fa, e lo sa bene Eros Pugnelli, che con il suo nuovo film vuole provare a raccontarcela. Anche se mettendo in copertina il volto simbolo del Cinepanettone, Cortina Express non vuole riproporre un genere, ma reinventarlo, cercando di capire quali siano i margini per lavorare su una commedia popolare contemporanea. Perché alla fine dei conti, le commedie hanno sempre rappresentato un’occasione per riflettere su ciò che siamo e su ciò che vogliamo attraverso ciò che ci fa ridere. E continuano a farlo.
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