Storaro: il mio maestro è Caravaggio


Non sono molte le interviste pubbliche rilasciata da Vittorio Storaro. Ma quando il maestro delle luci tre volte premio Oscar decide di concedersi, il tutto esaurito sembra essere d’obbligo. È andata così con i tre incontri organizzati da AIC, SNCCI e Centro Sperimentale alla sala Trevi, svoltisi in rapida sequenza tra il 21 e il 28 aprile e intervallati da una trasmissione monografica su Radiotre a Hollywood Party. Vittorio Storaro non ama gli aneddoti e i racconti, va subito al dunque. E il dunque è la sua visione dell’immagine e della luce: il cinema è l’arte delle arti perché si fonda soprattutto su luce e immagine ai quali vanno poi aggiunti suoni, parole, musica, scenografie e altri contributi artistici ancora. Di conseguenza, il regista non è il solo autore del film quanto soprattutto un direttore d’orchestra, che deve dare i tempi e i modi per declinare le varie arti all’interno del film.

 

Il dialogo con Bruno Torri, presidente del Sindacato Critici, che ha dialogato con Storaro nel secondo appuntamento (il primo è stato moderato da Aldo Piro), verteva proprio su questo: perché la critica è così restia a riconoscere l’importanza delle luci e dell’immagine? Perché non dialoga con chi fornisce questo contributo artistico? Naturalmente il nome più citato nei tre incontri è stato Caravaggio, e non solo per l’omonima fiction Rai che ha visto Storaro giocare un ruolo fondamentale: tutta l’idea di luce e di luminosità di Storaro, infatti, si ispira alla straordinaria capacità che il “pittore maledetto” aveva per rendere così follemente luminose le proprie opere (non a caso l’incontro conclusivo è stato proprio un seminario incentrato su di lui).

Da Bertolucci a Coppola, da Argento a Saura: il rapporto con gli autori è stato per Storaro una continua dialettica, impostata in modo ovviamente diverso per ciascuno di loro ma finalizzata ad alzare il “coefficiente di luminosità” di ciascun film. Quasi una seduta psiocoanalitica tenuta in una bottega rinascimentale: il concetto di luce per Vittorio Storaro è una perfetta sintesi tra antico e moderno, tra contemporaneità e tradizione.

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29 Aprile 2013

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