Arriva nelle sale in punta di piedi Stella, ragazzina undicenne catapultata dalla periferia parigina in una prestigiosa scuola del centro. Diciotto copie, di cui tre in lingua originale, per un film presentato alle Giornate degli Autori dove Nanni Moretti l’ha selezionato per la sua Sacher Distribuzione. “Appena l’ha visto, Nanni l’ha subito adorato”, rivelano i suoi più stretti collaboratori. Storia autobiografica ispirata a ricordi d’infanzia, come l’ha definita la stessa regista francese Sylvie Verheyde che, come la protagonista, ha trascorso l’infanzia in un caffè frequentato dalla classe operaia gestito dai suoi genitori, per poi ritrovarsi a undici anni a frequentare una famosa scuola parigina.
Nel film, che qualcuno paragona a La classe, appare tutta la difficoltà nel passare da un ambiente all’altro senza punti di riferimento: Stella non ha i codici per accedere al mondo della scuola, ha una cultura differente da quella dei suoi coetanei e tutta legata all’universo colorato e violento degli avventori del bar. L’unico modo per adattarsi al nuovo ambiente è cercare di imitarlo, ma nonostante tutto, lei si sente comunque fuori posto: a scuola è vista come la povera svantaggiata, quando va a trovare la nonna che vive al Nord è la ragazza ricca proveniente dalla grande città. Poco a poco però Stella trova il suo posto, grazie all’amica del cuore Gladys che comincia ad ascoltarla e che rappresenterà per lei la porta d’accesso a un mondo nuovo fatto di parole e letteratura, punto di partenza del suo radicale e definitivo cambiamento.
Protagonista assoluta la piccola Léora Barbara, per la prima volta sul grande schermo, fortemente voluta dalla regista che l’ha definita “determinata, fragile e misteriosa”. Scelta immediatamente da Sylvie Verheyde perché nei provini non giocava a fare l’attrice e per una determinazione singolare per la sua età e che ha poi riportato sul set. Il cast comprende anche, in una delle sue ultime interpretazioni, il figlio di Gérard, Guillaume Depardieu, morto recentemente a soli 37 anni a causa di una polmonite, nei panni di uno degli adulti positivi del film, l’amico di Stella Alain-Bernard, una sorta di principe azzurro. “Sono orgogliosa che le sue ultime immagini sullo schermo restituiscano un personaggio luminoso, pieno di energia e di tenerezza, come lui era”, ha detto la regista di Guillaume.
E a svolgere un ruolo niente affatto marginale nel film è la colonna sonora che segue l’evoluzione emotiva di Stella: più lei entra in contatto con il proprio sentire e più la musica passa dal genere popolare, legato alla sua classe sociale di provenienza, a note ricercate e immagini più profonde, fino ad arrivare alla canzone dei titoli di coda, cantata dalla stessa regista: ” Vado lontano, sono lontano, non voglio fermarmi qui”. In sala dal 5 dicembre.
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