Da più di diciott’anni i videoclip sono il suo pane quotidiano. Ha diretto artisti come gli Aerosmith, Sting e Renato Zero, girato con Angelina Jolie e Sharon Stone, e quando gli viene un’idea per un progetto va a parlarne con gli amici di una vita: il noto giallista Carlo Lucarelli e Vasco Rossi rocker italiano per eccellenza. Lo ha fatto anche tre anni fa, quando nel tentativo di individuare le nuove tendenze ha intervistato ragazzi che davanti alla camera hanno confessato ben altro che i propri gusti. E’ in quel momento che Stefano Salvati ha capito di avere per le mani materiale esplosivo per un film, Albakiara, che ha realizzato proprio con la collaborazione di Lucarelli e il Blasco. Attenti però a non cadere nell’errore. Questa è una storia che non ha niente a che vedere coi lucchetti di Moccia e le notti d’esame. E’ un film che farà discutere educatori, genitori e opinione pubblica tanto che mentre scriviamo la produzione è in trattative per partecipare ai talk show politici più importanti del paese: ‘Porta a porta’ e ‘Matrix’. Come il regista ha raccontato a CinecittàNews Albakiara, è “una fiaba cattiva in cui i generi, commedia, thriller, erotismo, si mescolano tra loro proprio come accade nella vita, specie quella dei nostri giorni”.
Com’è nato il progetto?
Faccio video da tanti anni e i ragazzi sono da sempre i miei clienti. Li conosco bene, sicuramente meglio di alcuni genitori. Per stare al passo con loro e con le tendenze ogni 2/3 anni realizzo delle interviste a campione. Di solito filmo 40/50 ragazzi tra i 12 e i 20 anni. Ma nel 2005 è accaduta una cosa strana: a venir fuori davanti alla telecamera non erano le passioni dei ragazzi ma storie sconvolgenti di minori che fanno sesso nei bagni delle scuole, mettono in rete atti di violenza e scene degne dei film pornografici o spacciano nelle aule. Tutto questo ben prima che emergesse il fenomeno bullismo che tutti conosciamo. Era evidente che avevo trovato una storia perfetta per il mio primo film.
A questo proposito risolviamo un piccolo giallo. Il suo curriculum riporta altri lungometraggi prima di Albakiara. Questa non può quindi essere un’opera prima.
Diciamo che è il primo film che esce al cinema. Castelnuovo e Jolly Blu, il film sugli 883 prodotto da Claudio Cecchetto, non hanno praticamente avuto distribuzione. Poi con Vasco ho realizzato E’ solo un Rock’n’roll show, il primo esempio al mondo di movieclip, un’operazione che mescola il cinema al videoclip.
Com’è stato passare da film musicali con personaggi edificanti come Jolly Blu a una pellicola spiazzante come questa?
Le canzoni hanno un ruolo di punta anche qui. Vasco ha messo tante sorprese musicali in questo film. C’è di tutto ballate, rock, melodie alla Brian Eno. Poi ci sono le musiche originali di Gaetano Curreri, che per Vasco ha scritto tanto, e gli arrangiamenti di Frank Nemola. Sembra una colonna sonora di quelle memorabili firmate da Nino Rota. Voglio vedere se qualche critico prova a smentirmi. Quanto agli stili è chiaro che parliamo di film diversi. Jolly Blu assomigliava ad un cartoon dove i protagonisti erano tutti buoni, Albakiara è una fiaba cattiva e riflette, amplificandole, le storture del nostro tempo.
Di Rossi però non c’è solo Vasco.
E’ vero c’è anche Davide, uno dei suoi tre figli. Ma non è stato facile averlo nel film, Vasco non voleva. Lui odia il nepotismo. Ho dovuto convincerlo facendogli vedere i provini. Non è stata una passeggiata.
Cosa c’entra invece Carlo Lucarelli con un film di ragazzini allo sbando?
Molto, perché il film ha un inizio decisamente thriller grazie al furto di 200 kg di droga. E poi Carlo non è nato giallista. Agli inizi era un giornalista che scriveva per un piccolo giornale fuori Bologna e arrotondava inventando insieme a me le storie dei videoclip. Ne avremo scritti almeno 100. Abbiamo anche 6 sceneggiature per lungometraggi già pronte, chiuse nel cassetto.
Nella pellicola, la protagonista Chiara (l’esordiente Laura Gigante) è un viso d’angelo che in realtà organizza festini a base di sesso e droga riuscendo a farla sempre franca con tutti: scuola e famiglia. Sono davvero tutti così i giovani ora?
Ovviamente no, ma la tendenza è questa. Semplicemente è cambiato il modo di trasgredire. Negli anni ’70 e ’80 andava di moda farsi. Adesso è di moda prendere posizioni amorali.
E di chi è la colpa?
Non vorrei sembrare moralista, ma credo che la colpa sia dei tempi che viviamo, che portano tutti a pensare di essere eternamente giovani, cosicché tutte le responsabilità passano in secondo piano o sono prese più alla leggera. E l’educazione dei ragazzi ne risente. I vecchi genitori ci trattavano in maniera diversa, erano più attenti e severi. Oggi sono spesso amici distratti e permissivi.
Non è un’analisi troppo desolante della realtà?
E’ quella che mi hanno fornito i ragazzi in oltre 500 interviste su Bologna e Modena. A volte ho dovuto spegnere la camera perché sentivo che stavano andando addirittura oltre quello che mi aspettavo. Il mio film rispecchia i tempi acuendo solo alcuni aspetti ma il canovaccio me lo ha dato la realtà. Il bidello che spaccia alle studentesse per portarsele a letto interpretato da Vito, l’ho trovato con le interviste.
C’è almeno un personaggio positivo in Albakiara?
Sì, la sorella di Chiara è veramente buona ma tutti la trattano come una pazza. Per il resto c’è Davide Rossi, uno studente d’ingegneria che per campare gestisce un sito dove si filma mentre fa sesso con delle amiche, Dario Bandiera che fa un malavitoso suo malgrado comico. Alessandro Haber è uno zio solo apparentemente per bene, e poi ci sono Raz Degan e Ivano Marescotti che fanno i poliziotti.
Altri due buoni allora…
Sì, ma sono due mosche bianche. Questo è un Paese per i furbi dove i buoni al massimo passano per fessi.
Prodotto da Albachiara e PixelDNA insieme a Rai Cinema, Pixit Dolcevita Productions, Laura srl, e distribuito da Mikado, Albakiara arriva nei cinema il 24 ottobre.
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