Stefano Reali


Tre film, quattro regie per la televisione e un primato: è il regista che ha girato e autoprodotto il primo Internet-movie italiano. È questo il curriculum di Stefano Reali, classe 1957, che il 19 dicembre ha messo in rete I terrazzi, un lungometraggio pensato e tagliato su misura esclusivamente per essere visto on-line sul sito di Cinecittà.

Come è nata questa idea?
Più che un’idea io la definirei una follia bella e buona. Comunque tutto è iniziato durante uno dei “Martedì di Cinecittà”. Si parlava di cinema in digitale e Francesco Gesualdi (fai clic sul nome e leggi l’intervista), il direttore di Cinecittà Holding, mi ha lanciato una specie di sfida, chiedendomi se fossi interessato a girare un film per Internet. Detto fatto, mi sono messo al lavoro e ora sono felicissimo di averci provato.

Che differenza c’è tra le riprese tradizionali e girare per Internet?
Tecnicamente le differenze non sono molte, certo alcuni effetti luce si perdono, così come non si possono fare panoramiche molto veloci, ma non si tratta di cambiamenti sostanziali. La rivoluzione vera, però, è l’assoluta libertà di movimento. Con Internet e il digitale si è liberi dalla schiavitù dei costi di produzione e distribuzione.

Quanta familiarità aveva con Internet e le tecnologie d’avanguardia prima di iniziare “I terrazzi”
Nessuna, a stento sapevo spedire e-mail. Ma si impara in fretta. È un altro degli aspetti positivi di questo nuovo mondo: la sua assoluta democraticità. Il digitale e Internet danno a tutti la possibilità di lavorare e di farsi vedere, senza complicazioni.

E dal punto di vista creativo?
La cosa più stimolante è che si lavora su storie sempre aperte, che si possono cambiare di continuo, aggiungendo tasselli o tagliando a proprio piacimento.

Parliamo di soldi, quanto le è costata questa avventura?
Quasi trecento milioni. Attenzione però, in questa scommessa ho coinvolto attori e tecnici che hanno lavorato con me per pura amicizia e senza intascare una lira. Se avessi dovuto pagare tutti, i costi sarebbero quasi triplicati.

Un’esperienza da ripetere?
Sì e anche molto in fretta. Sto già pensando a un web-sequel, una storia laterale che si dipana dalla trama originale di Terrazzi.

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19 Dicembre 2000

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