“In Italia transitano ogni anno 15-20 mila bambini extracomunitari a scopo di apparente adozione illegittima”. Parla Stefano Reali, regista di miniserie televisive e del lungometraggio In barca a vela contromano. Il tramite, questo il titolo del nuovo film prodotto da Beppe Attene per Làntia Cinema & Audiovisivi e per Rai Cinema, uscirà in sala il prossimo febbraio distribuito dall’Istituto Luce.
Il traffico di bambini nell’area del Mediterraneo vanta delle cifre ancor più da capogiro. Le ha rese note il summit che si svolge in questi giorni in una nave da crociera attraccata al porto di Genova, “Children and the Mediterranean”, con i nuovi rapporti dell’Unicef, Censis e Save the Children. 118 milioni di minori ogni anno transitano nelle coste del Mediterraneo, 30 milioni sono destinati alla prostituzione, il commercio di organi, adozioni illegittime, lavoro nero, criminalità minorile.
Il traffico di bambini rende ogni anno 10 milioni di euro mentre il prezzo per l’acquisto di un minore da prostituire è di 200 euro.
Stefano Reali, chi è il “tramite”?
Un infermiere cinquantenne, interpretato da Maurizio Mattioli, indotto dal primario dell’ospedale presso cui lavora ad accompagnare un bambino entrato clandestinamente in Italia presso la famiglia che lo ha adottato illegalmente. Mauro, questo il suo nome, si renderà presto conto che dietro quell’adozione illegittima si cela qualcosa di diverso e ancor più grave.
Mauro nel corso di un viaggio rocambolesco che parte dalle coste pugliesi per finire a Chiasso, si trasformerà in un eroe in modo quasi involontario.
Per realizzare “Il tramite” ha condotto ricerche sul tema della violazione dei diritti dei minori in Italia?
Fin dal 1992 avevo in mente la realizzazione di un documentario che, partendo da stime del periodo sul numero annuale di omicidi nella sola area del Salento, parlasse del fenomeno della criminalità minorile. Erano 300 gli omicidi e la maggior parte di essi venivano consumati da minori. L’uso da parte dei boss pugliesi di manovalanza giovanile era l’escamotage migliore per evitare le condanne più dure previste dal codice penale. I minori, come è noto, non sono punibili con il carcere come i maggiori d’età. Ne Il tramite c’è anche un giovane killer in fuga dal giro del crimine organizzato. D’altra parte è un fatto storico che Pino Rogoli quando fondò la Sacra Corona Unita aveva solo 23 anni.
In seguito ho spostato la mia attenzione sul problema delle adozioni illegittime e della prostituzione infantile. La scomparsa di questi bambini non innesca alcun reato perseguibile dalla legge italiana perché sono minori senza documenti, senza identità. La polizia e la legge italiane non sanno chi cercare. Dunque il nostro Paese è un cancello d’ingresso verso l’Occidente dove si consumano storie di violazione dei diritti dell’infanzia da raccapriccio.
Come definirebbe la sua pellicola?
Una commedia stradale con finale tragico o un dramma con momenti di commedia. Nonostante la brutalità dell’argomento, le risate veicolano nel modo credo migliore il tema per lo spettatore. D’altra parte il punto di vista è quello di un uomo comune, l’italiano medio, un antieroe che quando si trova fronteggiare una situazione ben più grave di quella prevista tira fuori inaspettatamente un coraggio che lo sorprende. Mauro è un eroe che non vuole essere tale. Ma la vera vittoria di questo film è Maurizio Mattioli: la sua interpretazione è degna dei più grandi ruoli drammatici di Sordi.
Dal 1986 tante regie di film tv, e solo ora un ritorno al cinema. Come mai?
Il cinema mi permette di realizzare film che non prevedano obbligatoriamente il lieto fine mentre la televisione mi dà la possibilità di realizzare un cinema di genere che dalla fine degli anni ‘70 sembrava non essere più accettato in sala. Solo lavorando a metà tra i due linguaggi audiovisivi ho potuto soddisfare le mie esigenze professionali e artistiche.
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