“Non è la prima volta da giurata, l’ho fatto anche al festival del cinema indipendente di Buenos Aires, dove ho anche girato il corto Buenos. Lo considero un lavoro, ma anche un divertimento, perché faccio una cosa che mi piace”. Stefania Rocca, interprete di Nirvana, Viol@ e del recente Piazza delle cinque lune di Martinelli, ma anche di coproduzioni internazionali come Il talento di Ripley di Minghella e Heaven di Tykwer, è soddisfatta del suo impegno nella giuria del Concorso del festival di Locarno.
Ha appena finito di girare “Il cartaio” di Dario Argento.
Interpreto una detective della polizia e ho insistito affinché non fosse un personaggio forte, vincente. Lo è solo sul lavoro perché l’azione non le permette di pensare, ma nella vita privata è una persona cupa e solitaria, conserva in sé un segreto che le crea dei rapporti con gli altri. Definirei il film un thriller iperrealista in cui Dario Argento ha rischiato molto, per esempio con l’uso della luce molto “dogma” del direttore della fotografia Benoit Dibié (ndr. Irreversible), e insieme un ritorno al passato, sullo stile di Profondo rosso e L’uccello dalle piume di cristallo.
Altri suoi film in uscita?
In autunno uscirà Prima mi devi dare un bacio, opera prima di Ambrogio Lo Giudice, regista di numerosi spot e videoclip, che segue le vicende dal 1927 agli anni Settanta di tre personaggi, una maestra elementare che sono io, un prete bolognese, interpretato da Luca Zingaretti e Marco Cocci, un avvocato. Si conoscono dall’infanzia, ma sono destinati a perdersi e ritrovarsi, insomma a cercarsi continuamente.
Quali i suoi futuri impegni?
A fine agosto inizieranno le riprese del nuovo film di Carlo Verdone, ancora senza titolo. Del cast faranno parte anche Laura Morante nel ruolo della moglie di Verdone, mentre io sono l’amante, e Antonio Catania nei panni di un maestro di tennis. Nel nostro cinema le donne sono spesso nevrotiche o isteriche, ma stavolta il vero nevrotico sarà Verdone.
E in teatro e televisione?
Per il momento ho deciso di smettere con il teatro. Per la televisione sto collaborando con Sky Cinema e a breve farò un cameo in una produzione televisiva tedesca dal titolo Stauffenberg, sull’attentato a Hitler nel ’44.
Anche per lei il nostro cinema attraversa un buon momento?
Effettivamente c’è una ripresa, una rinascita che però è cominciata 2 anni fa, come ha dimostrato il successo di registi come Muccino, Puglielli, Piva e Ozpetek. Ma in Argentina, dove sono stata di recente, i giovani registi hanno 20 anni, perché ci sono moltissime sovvenzioni, a partire dalle università che producono i film degli studenti anche prima della laurea. Sono davvero gli adolescenti a raccontare gli adolescenti: lì esiste davvero il cinema giovane. In Italia, invece, non si dà fiducia ai giovani. Prima ancora del progetto si pensa a come rientrarci economicamente.
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