C’è anche Carolina Cavalli tra i premiati agli Spirit Awards, i riconoscimenti che Hollywood assegna alle migliori produzioni indipendenti.
A Los Angeles, l’autrice italiana – che aveva colpito nel 2022 con il suo esordio alla regia Amanda, presentato a Venezia e pluripremiato – ha sollevato il trofeo per aver co-sceneggiato Fremont, il film in bianco e nero che conta nel cast anche Jeremy Allen White.
Diretto da Babak Jalali, è la storia di una giovane donna afgana rifugiata nei pressi di San Francisco: sola e senza sostegno, lavora in una fabbrica di biscotti della fortuna.
Quando muore l’incaricata di scrivere i messaggi da inserire nei dolcetti, prende il suo posto e manda per il mondo un biscotto con il proprio numero di telefono. La sua vita, ovvio, cambierà per sempre.
“Nessuno di noi si aspettava questo premio, è stata una sorpresa per tutti”, dice la sceneggiatrice all’ANSA, riferendosi ai suoi compagni in questa impresa cinematografica premiata con il John Cassavetes Award per il miglior film del 2023 prodotto con meno di 1 milione di dollari.
“Quando cominci a lavorare a un progetto così piccolo, non ti aspetti un risultato così grande, non osi sperare che possa toccare tante persone”, racconta Cavalli, il cui debutto con Amanda con Benedetta Porcaroli protagonista, oltre a Venezia e poi al Festival di Toronto, le è valso la candidatura a miglior regista emergente ai David di Donatello e recensioni entusiaste sul New York Times e sulla stampa americana del settore.
Nata a Milano 30 anni fa, Carolina Cavalli ha studiato filosofia a Parigi, ma poi ha cambiato strada: “Quello che mi dà più sollievo è scrivere e stare dentro un cinema. Ho cercato di unire le due cose e di trasformarle in un lavoro”.
L’amicizia e la collaborazione con Jalali, regista, sceneggiatore e produttore nato in Iran ma cresciuto a Londra, ha fatto il resto.
“Abbiamo scritto Fremont diversi anni fa. Penso sia una delle prime sceneggiature che ho firmato. Babak ci ha messo la sua cultura, la sua esperienza; io amo le protagoniste femminili, le storie di solitudini interiori. Ognuno di noi ha portato un pezzo del suo mondo in un territorio che da soli non ci saremmo sentiti di esplorare”.
La regista riceverà il premio per La Chimera il 13 novembre, con la proiezione del suo nuovo cortometraggio Allégorie citadine e un incontro
La motivazione del riconoscimento: “è un approccio sorprendente, commovente e innovativo al tema molto delicato dell'adozione”
"Costruisce ponti fra culture, generazioni e popoli”, si legge nella motivazione del riconoscimento, che per la prima viene attribuito a un regista che “si muove tra il più sofisticato cinema d'autore e l'attenzione per il pubblico”
La premiazione si terrà il 3 dicembre presso la sala Lo Schermo Bianco di Bergamo. La giuria include figure di spicco come la produttrice Elisabetta Olmi e il critico cinematografico Massimo Lastrucci