Spine nel fianco, spine nel cuore


FIRENZE Si parla d’amore durante la terza e penultima giornata di France Odeon, il festival fiorentino dedicato al cinema francese di cui CinecittàNews è Internet Media Partner.
In attesa del gran finale, previsto per domenica 24 ottobre con la proiezione del documentario Benda Bilili!, su un gruppo di paraplegici africani che diventa una band di successo, il gremito pubblico accorso nel capoluogo toscano per celebrare il cinema d’oltralpe ha potuto deliziarsi con tre film incentrati, con diverse sfumature, sul sentimento più universale che si possa immaginare.

Si parte con Une exécution ordinaire di Marc Dugan, che racconta gli ultimi mesi della vita di Stalin attraverso il dramma di una giovane dottoressa ebrea, dotata di poteri taumaturgici, che viene costretta con la forza a curare in gran segreto il dittatore, con la minaccia di torture a suo marito, dal quale viene brutalmente separata. Ma anche per il tiranno, fiaccato dalla vecchiaia e dal peso della sua coscienza, il rapporto con la donna si rivelerà un’autentica spina nel fianco. Nel cast, André Dussolier copre con maestria il ruolo del grande dittatore, affiancando un’intensa Marina Hands e un promettente Edouard Baer.
Il film viene accompagnato dalla presenza in sala del produttore Jean-Louis Livi, presente al festival anche con un film dai toni direttamente opposti, la commedia popolare Les petits Ruisseaux. “Storia d’amore con Stalin – riflette Livi – mi rendo conto che può sembrare un paradosso. Detesto quando si raccontano le trame in anticipo, ma vi assicuro che la ricostruzione della Mosca degli anni ’50 è stata un’avventura straordinaria, resa possibile dalla performance incredibile di tecnici e operatori, e dalla fotografia oscura di Yves Angelo“.

Secondo film della serata è l’opera prima di Rebecca Zlotowski Belle Epine, interpretata, tra gli altri, dall’emergente Léa Seydoux, già vista nel Robin Hood di Scott e questa sera impossibilitata alla presenza perché impegnata nelle riprese del kolossal Mission: Impossible 4. “Questo non è Mission: Impossible – dichiara umilmente la regista in sala – sia per la storia che per il budget, ma vi ringrazio di essere qui a seguire il mio film quando in tv gioca la fiorentina. E’ un film che richiede abbandono da parte dello spettatore, e concentrazione. Ascoltatene con attenzione la musica”. Si tratta, in questo caso, soprattutto della ricerca di amore per sé stessi. La protagonista Prudence ha 17 anni, e ha da poco perso la madre. Abbandonata al suo destino, incontra Maryline, compagna di liceo dall’atteggiamento ribelle, che le fa scoprire il mondo delle corse in moto clandestine. Affascinata dalla banda del circuito, Prudence tenta di entrare a farne parte, cercando di far passare la propria solitudine per libertà. Il tema della motocicletta, la voglia di libertà e di fuga, accomuna tra l’altro questo film con un’altra pellicola di punta di France Odeon, il malinconico Mammuth di Gustave Krevern e Benoit Délepine, interpretato da Gérard Depardieu.

Ma la sua freccia più micidiale, Cupido la scocca verso il pubblico quando il direttore artistico del festival, Francesco Ranieri Martinotti, che fino all’ultimo tiene duro sul titolo del film “a sorpresa” in virtù di un accordo di segretezza stipulato con il distributore Lucky Red, rivela finalmente quale sarà la pellicola conclusiva di questa intensa serata. Si tratta della divertentissima commedia L’Arnacoeur, di Pascal Chaumeil, con Romain Duris e Vanessa Paradis. Già campione d’incassi in patria, il film ha conquistato anche il pubblico fiorentino, prodigo di risate e applausi, con le strampalate avventure di un dongiovanni tanto fascinoso quanto buffo, che fa della sua capacità di far innamorare le ragazze un lavoro, mettendosi al servizio di chi vuol far scoppiare una coppia. La pellicola sarà in sala, in tutta probabilità, il giorno di San Valentino del prossimo anno.

autore
24 Ottobre 2010

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