Spielberg & Lee: ‘rivali’ agli Oscar, ma Cannes è un’altra storia…


Giuria particolarmente prestigiosa quella di Cannes 66, capeggiata dal presidente Steven Spielberg a cui si affiancano volti stranoti del cinema internazionale tra cui quello sempre affascinante di Nicole Kidman e quello simpatico e smargiasso di Christoph Waltz. Accanto alla triade, personalità da tutto il mondo: il taiwanese americanizzato Ang Lee, il romeno Cristian Mungiu, vincitore nel 2007 della Palma d’oro con 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni e lo scorso anno del premio per la miglior sceneggiatura con Oltre le colline, la filmmaker scozzese Lynne Ramsay, l’attore francese Daniel Auteuil, l’attrice indiana Vidya Balan, la regista giapponese Naomi Kawase.

“E’ una manifestazione culturale mondiale prima ancora che una competizione – afferma deciso il presidente – saranno due settimane di celebrazione del cinema. D’altro canto, i film, tutti i film che escono ogni anno, sono in competizione tra loro: si contendono l’attenzione del pubblico. Chiaro che un film che nasce con l’idea di attirare più spettatori possibile in sala è diverso da uno che affronta temi in grado di cambiare la vita delle persone. A scuola ci insegnano a non comparare le mele con le arance. Proprio per questo è importante una giuria multietnica e multiculturale. Veniamo da diverse discipline ma abbiamo un linguaggio comune: quello del cinema”.

Lui la Croisette la conosce bene: nel 1974 partecipò col suo primo film, Sugarland Express, e vinse il premio per la sceneggiatura. Negli anni successivi è tornato diverse volte a presentare i suoi film a Cannes – da E.T. a I Predatori dell’arca perduta – ma quasi sempre fuori concorso. “Lavoro come un matto e ho sempre poco tempo – continua – Quando mi chiedono di prendere impegni come questo di solito devo rifiutare, ma quest’anno per fortuna ho potuto accettare e mi sento onorato. Non mi sento particolarmente preoccupato per il mio ruolo. Tutte le volte che andiamo al cinema giudichiamo ciò che vediamo. Lo affronto con questo spirito. Gli altri ci giudicano, ora sta a noi giudicare gli altri”.

 

Con Ang Lee, Spielberg si è ‘battuto’ agli ultimi Oscar: “Ma non lo sento come un avversario – commenta il regista di Lincoln che si contendeva i premi principali col film dell’autore taiwanese, Vita di Pi – siamo colleghi e ci ammiriamo. In Usa si tende a fare campagna per tutto, Oscar compresi, Cannes è diversa: vedremo i film e proporremo un risultato, tutto qui”.

“Qualunque cosa avvenga in questi giorni -contrappunta Lee – Steven sarà sempre il mio eroe. Cannes è un festival artistico, di prestigio, molto sofisticato. Agli Oscar c’è competizione ma anche molto gossip e molto glamour, un coté del tutto popolare. Ogni medaglia ha il suo rovescio. Certo mi piacerebbe che trovassimo un film che ci fa innamorare tutti, ma se così non sarà, parleremo, razionalizzeremo e ci metteremo d’accordo. Sono ansioso di cominciare”.

“Sarà come una seduta di psicoanalisi – afferma Christoph Waltz, che torna nel luogo dove, nel 2009, è iniziata la sua carriera internazionale col tarantiniano Bastardi senza gloria – ognuno ha il suo metodo per giudicare e il risultato finale sarà frutto del nostro dibattito”. Mentre per Mungiu “la cosa più importante è l’onestà dell’opera. E la seconda, l’originalità”.

Nicole Kidman condivide col marito Keith Urban, noto cantante country, il lavoro di giurato (lui lo ha fatto per il talent show American Idol ed è in procinto di ripetere l’esperienza per The voice Australia): “Mi raggiungerà qui tra un paio di giorni, ma non mi ha dato consigli – dice l’attrice -Ci sosteniamo e ci ammiriamo vicendevolmente per tutto ciò che facciamo. In più, c’era Spielberg ed è chiaro che mi ha molto incoraggiata, dato che era un’occasione per lavorargli fianco a fianco per due settimane”.

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15 Maggio 2013

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