Spielberg da Schifani per “Lincoln”


Il presidente del Senato Renato Schifani ha incontrato a Palazzo Madama Steven Spielberg insieme ai protagonisti di Lincoln Daniel Day Lewis e Sally Field. Schifani ha suggerito al regista americano di realizzare un film sulla fame nel mondo per sensibilizzare le coscienze a questo problema. “Mi sono complimentato con lui perché il suo film tocca e affronta con coraggio uno dei temi storici del nostro tempo, quello dei diritti civili”, ha detto il presidente del Senato. “Gli ho anche segnalato come il Senato italiano negli ultimi anni abbia toccato varie volte temi altrettanto importanti, come le condizioni nelle carceri o la condizione delle donne. Ho anche invitato amichevolmente il maestro ad affrontare altre idee importanti, a toccare il problema della fame nel mondo, che provoca la morte di tanti bambini ogni giorno. Penso sia un’emergenza su cui il cinema potrebbe scuotere le coscienze”. Dunque il cinema politico è tuttora importante? “Sono convinto – ha replicato Schifani – che la cinematografia può dare un contributo a sensibilizzare le coscienze. Tanto più quando questi temi sono affrontati da un maestro come Spielberg, che è una garanzia”.

 

Spielberg considera possibile un paragone tra Machiavelli con il suo motto “il fine giustifica i mezzi”, e il presidente americano Lincoln. L’ha dichiarato al Tg1 ai microfoni di Vincenzo Mollica: “Secondo me lo scopo principale della democrazia è portare le cose a buon fine. Lincoln ha avuto una straordinaria occasione per unire il Paese e sconfiggere la schiavitù. Insomma ha vissuto un tempo non ordinario e dunque si può anche capire che abbia utilizzato metodi non proprio legali per ottenere il suo risultato”.

 

Per Daniel Day-Lewis la cosa più importante di questo personaggio storico è il suo essere “padre attento, e non solo della patria”. L’attore londinese figlio di un poeta, che ha appena ricevuto un Golden Globe per questa sua interpretazione per la quale è anche candidato all’Oscar, confessa: “Di Lincoln non sapevo quasi nulla, ma quello che mi ha colpito di più è la sua originalità”. Hollywood, ha confessato, “non è, come molti europei se la immaginano, una cosa solo americana. Va detto che è stata fondata da registi europei, ma nonostante questo fa davvero impressione ritrovarsi a ricevere una statuetta a Los Angeles. Anche se quest’anno la concorrenza è davvero forte”.

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17 Gennaio 2013

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