TORINO – I dati forniti dalla direzione del Festival Sottodiciotto sono esaltanti: la diciannovesima edizione, che si è svolta a Torino dal 16 al 23 marzo, ha visto un aumento del 60% delle presenze nelle proiezioni dedicate alle scuole e un consistente incremento di pubblico per tutte le proiezioni e gli eventi. Il festival, diretto per il terzo anno da Steve Della Casa, ha una formula tutta sua. Ovviamente i film realizzati nelle scuole di tutta Italia sono il core business della manifestazione, e il fatto che quasi 150 scuole siano state coinvolte è sicuramente un grosso successo. Ma attorno alla rassegna è cresciuta anche un’anima cinefila che quest’anno ha avuto decisamente molte occasioni per mostrarsi.
Le anteprime internazionali hanno riunito film di sicuro interesse e anche di attenta ricerca, come Jeannette – l’enfance de Jeanne d’Arc di Bruno Dumont, Le deux amis di Louis Garrel, Oh mio Dio! di Giorgio Amato e Dopo la guerra di Annarita Zambrano, che hanno incontrato i favori di un pubblico interessato soprattutto ai film d’essai. L’animazione a sua volta ha riempito gli schermi di novità e di stimoli: primi tra tutti The Breadwinner di Nora Twomey il film candidato agli Oscar che racconta una vicenda toccante nell’Afghanistan dei talebani, e lo storico incontro tra due mostri sacri come Bruno Bozzetto e Constantin Brozit, senza tralasciare la copia restaurata di un grande classico come Yellow Submarine dei Beatles.
Ma l’evento più fortemente caratterizzante di questa edizione del festival è stato sicuramente il focus dedicato alla cultura e alle immagini dell’hip hop internazionale. Anche qui c’erano ospiti d’eccezione: Martha Cooper, fotografa che ha saputo raccontare i muri di tutto il mondo, e i fratelli Manetti, pochi giorni prima dell’edizione dei David di Donatello che ha consacrato presso il grande pubblico il loro grande talento. La Cooper ha avuto una personale ospitata nientemeno che nelle austere aule del Rettorato, i Manetti l’omaggio di una retrospettiva e di un incontro di fronte a un pubblico attento e partecipe. E l’hip hop ha fatto anche la sua irruzione nelle aule universitarie grazie al Wikicampus, lezioni anomale (i docenti erano writers, rappers, fumettisti…) che hanno fatto registrare un tutto esaurito da record.
Insomma, le varie anime del festival hanno saputo dare un’identità precisa e al tempo stesso plurima a questa edizione sostenuta dalla Città di Torino, dalla Regione Piemonte e da molti sponsor privati. Il direttore ha comunicato che continuerà il suo progetto di ringiovanimento dando sempre più importanza al gruppo di trentenni che cura le varie sezioni, e anche questo sguardo verso il futuro della critica è un elemento decisamente controcorrente che contribuisce a rendere il Sottodiciotto Film Festival & Campus un’esperienza unica.
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