Sorrentino trionfa agli EFA: ‘Il nostro cinema è vivo, ma l’Italia non se ne accorge’

“Il resto del mondo si sta accorgendo della vitalità del nostro cinema, l’Italia no”, dice il regista


Paolo Sorrentino ha incontrato la stampa italiana dopo il secondo trionfo consecutivo agli EFA, a due anni di distanza dal successo de La grande bellezza.
“I cani abbaiano, ma la carovana procede – ha detto il regista – faccio mio questo proverbio arabo quando mi si chiede del perché in Italia il mio cinema faccia discutere. Anche se è naturale, e fa parte del gioco, che qualcuno ti possa attaccare: fare cose coraggiose può esporti sia ai grandi applausi che ai fischi. Questi riconoscimenti, però, mi consentono di lavorare con maggiore libertà”.

E’ stato naturalmente Youth – La giovinezza, presentato a Cannes, a fare incetta di premi: miglior film, regia e attore protagonista (Michael Caine), che torna a casa anche con il premio d’onore del presidente e del consiglio direttivo degli EFA: “La dote più grande di Sorrentino? La sua incredibile immaginazione”, ha detto l’attore britannico.

“Credo sia molto indicativo che un film come Youth, che parla di come si può affrontare il futuro in qualsiasi momento e per farlo bisogna pensare di essere liberi, abbia molta attinenza con i giorni che stiamo vivendo, visto che ci sentiamo minati nella nostra libertà. Questo piccolo film doveva essere di decompressione rispetto a La grande bellezza, partiva con meno ambizioni. È stato un film intimo, che avevo necessità di fare. Questi premi sono del tutto imprevisti, dunque accolti anche con maggior piacere. E un premio europeo, alla luce dei fatti tragici che tendono ad unire le persone, diventa forse più significativo rispetto ad altre volte. E’ buon segno per l’Europa, certo, ma dopo i trionfi ottenuti da La grande bellezza, che mi spingevano a pensare ad una rinnovata speranza per il sistema produttivo del nostro paese, oggi sono dubbioso che questo possa davvero modificare le cose. Noi autori proviamo a battere la strada del cambiamento, ma poi mancano sempre quelli che devono far accadere le cose. Anche i produttori sono ammalati di prudenza, si cerca di andare sul sicuro ma questo è un lavoro dove l’imperativo categorico deve essere quello del coraggio, poi vengono le idee e poi ci deve essere lo stile”.

Tra l’altro, Youth da pochi giorni è uscito nelle sale americane e ha ottenuto due nomination ai Golden Globes (Jane Fonda come migliore attrice non protagonista e Simple Song #3 di David Lang come miglior canzone originale): “Da noi c’è una scarsa propensione ad amare ciò che va bene, c’è sempre una diffidenza preventiva, ma per fare un cinema ambizioso bisogna abbandonare la prudenza – dice ancora il regista – La discriminante non è quella di avere un grande cast, o attori di richiamo, ma quella di riuscire a stupire ogni volta lo spettatore, che deve pensare di trovarsi di fronte a qualcosa di non ripetitivo, di non abituale. Il cinema italiano da questo punto di vista è molto vivo, ed è una vitalità che non si misura solamente dai premi vinti: il resto del mondo si sta accorgendo di questo fenomeno, in Italia invece gli organi di stampa non sembrano coglierlo, come se non ci fosse interesse a segnalarlo”. Da Berlino Sorrentino andrà in Sudafrica per l’inizio di un nuovo progetto ancora segreto, mentre la serie tv The Young Pope è ancora in corso di lavorazione: “Ho fatto i 2/3 delle riprese, ma non posso e non voglio dirvi di più. Siamo qui per parlare degli EFA, oggi, e sarebbe bello che il giornalismo cinematografico la smettesse di attaccarsi alla cronaca rosa, al pettegolezzo, e si occupasse di cose più importanti”.

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14 Dicembre 2015

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