“Gianni Agnelli ha ereditato tutto quello che ha, io l’ho costruito”, “Sono un uomo del fare”, “Io sono sano e i magistrati disturbati, “Sono d’accordo con chi è garantista, il mondo che sogno è senza carceri”. Sono alcune delle battute del Berlusconi raccontato da Paolo Sorrentino in Loro 1, in sala da domani 24 aprile, senza essere preceduto da alcun incontro stampa, e neppure al momento da interviste al regista. Probabilmente l’uscita di Loro 2 , il 10 maggio, sarà invece accompagnata da una conferenza stampa con Sorrentino e il protagonista Toni Servillo.
Un Silvio Berlusconi, quello che entra in scena ben oltre la metà di questa prima parte, simpatico, dalla battuta pronta, senza misteri e ombre, ma con la passione o debolezza per incontri con giovani ragazze, anche minorenni. Grazie al trucco – replicando il lavoro fatto a suo tempo con la maschera di Andreotti ne Il Divo – a interpretarlo è un Servillo il più somigliante possibile a Berlusconi: stessa attaccatura dei capelli, occhi sempre più serrati e sorriso permanente. “Tutto documentato, tutto arbitrario” recita la citazione iniziale di Giorgio Manganelli. Il racconto – che si nutre di fatti verosimili o inventati, di personaggi reali o frutto della fantasia come avverte la didascalia iniziale – è nello stile tipico di Sorrentino, iperrealista e a tratti eccessivo quasi barocco, dominato da una colonna sonora che mescola i generi più diversi.
Un racconto che si colloca temporalmente tra il 2006 e il 2010, il periodo del terzo (2005-2006) e del quarto (2008-2011) governo Berlusconi, scandito dal Rubygate, i versamenti alle Olgettine, e il caso escort poi al centro del processo di Bari. A Sorrentino più che il Berlusconi politico interessa il Berlusconi uomo, almeno in questa prima parte di Loro: “Il mondo ha un’idea di Berlusconi come persona molto semplice, ma studiandolo ho capito che è molto più complicato – avverte Sorrentino – La scelta dei fatti da raccontare non segue un principio di rilevanza dettata dalla cronaca di quei giorni, ma insegue unicamente il fine di provare a scavare, a tentoni, nella coscienza dell’uomo”.
Ma come ci avvisa il titolo, il film è anche uno sguardo sulla variopinta corte che circonda il re, su personaggi che dipendono da cocaina, sesso e tradimenti. Dal procacciatore di escort alla favorita del presidente, all’ex ministro, tutti cercano di trarre vantaggi personali, di cambiare una volta per tutte il corso della loro vita usando Berlusconi, vivendo alla sua ombra.. E allora Sergio Morra (Riccardo Scamarcio) Tamara (Kasia Smutniak), Santino Recchia (Fabrizio Bentivoglio), Fabrizio Sala (Roberto De Francesco) richiamano a volte persone reali che hanno avuto rapporti diretti o indiretti con Berlusconi: Gianpaolo Tarantini, Sabina Began, l’ex ministro Sandro Bondi, Lele Mora.
In fondo ‘Loro’ sono una brutta copia del re che ammirano e idolatrano finché è seduto sul trono, anzi sono molto peggio del loro Signore. In questa atmosfera amorale e decadente l’unica eccezione è per ora la moglie di Berlusconi, Veronica Lario (Elena Sofia Ricci), prigioniera come ce la mostra un’inquadratura, lettrice dei romanzi di Saramago e prossima a separarsi: “Non devi toccare la mia dignità, puoi incantare gli altri, non me”. Non servirà portare nella lussuosa villa sarda Fabio Concato in persona a cantare ‘Domenica bestiale’, brano che ha segnato il loro incontro d’amore.
Non mancano anche questa volta nel film di Sorrentino le comparsate improvvise di animali: un rinoceronte, una pecora, un topo e perfino un antesignano di Dudù. E tra le varie citazioni filmiche ricordiamo quel camion della spazzatura che finisce dritto dritto nel Foro romano esplodendo. Richiama l’esplosione della villa in Zabriskie Point di Antonioni. Ma allora quella sequenza aveva una valenza rivoluzionaria. Anche qui?
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