BARI – Il Teatro Petruzzelli pieno come un uovo e centinaia di persone rimaste fuori per il tutto esaurito. Il divo Paolo Sorrentino sbarca al Bif&st di Bari con un Oscar in tasca e il pubblico pugliese risponde con partecipazione ed emozione, tributandogli una lunga standing ovation e tempestandolo di domande a cui lui, di solito piuttosto reticente, risponde ironico e gentile dopo aver intavolato una lunga chiacchierata con il giornalista Malcolm Pagani.
“La regia? È il rifugio del dilettante capace di grande concentrazione – chiarisce subito con un filo di understatement, battezzando le tradizionali Lezioni di cinema del festival diretto da Felice Laudadio – Tra l’altro avere una conoscenza troppo approfondita del mestiere può togliere freschezza e spontaneità”.
Insolitamente sorridente, il cineasta si racconta con calma, partendo dal primo contatto che ebbe con Toni Servillo e arrivando fino alle recenti critiche mosse a La grande bellezza, soprattutto in merito alla rappresentazione di Roma – “Solo in Italia non ci si è messi d’accordo su cos’è un film: non un catalogo onnicomprensivo di città, ma una scelta precisa di racconto, coerente al suo interno” – e poi ironizza: “Di questo film hanno parlato tutti e a un certo punto ho pensato che potesse essere interessante che ne parlassi anch’io, ma poi non sono stato ascoltato”. In oltre un’ora sul palco, Sorrentino snocciola aneddoti e impressioni con battute degne di Jep Gambardella, un personaggio che è “un grande frequentatore di eventi sociali perché vuole rimandare l’appuntamento con se stesso, uno che crea conflitti interiori per paura del conflitto col prossimo”. Parla della nostalgia come “unica possibilità per chi è diffidente verso il futuro, che d’altronde significa vecchiaia e morte”; si sottrae alla possibilità di essere considerato un maestro per cineasti più giovani, “Mi piacerebbe essere un talent scout, ma se mi sento parlare con quel tono da maestro mi do fastidio e rinuncio. Mi sembra di essere ancora in fase di apprendimento, forse quando sarò più grande potrò condividere con gli altri le cose acquisite”.
Denuncia le dietrologie sulla vittoria a Hollywood – “E’ stato affascinante vedere come molti si siano scervellati a trovare dietrologie fantasiose per l’Oscar” – , espone il suo approccio verso le aspettative dello spettatore, “Mi pongo molto il problema di concepire film che abbiano appeal per il pubblico, mi dà fastidio la retorica dell’autore che fa ciò che gli pare e non rende conto a nessuno”, e poi spiega: “Da spettatore ho sempre trovato noiosi i film a tesi, con un giudizio: il moralista è frettoloso e non tiene desta l’attenzione per tutta la durata del film”. Tutto in una chiacchierata-fiume che sfiora tanti suoi film e altrettanti personaggi, ma non lascia trapelare nulla sul suo prossimo progetto con Michael Caine: “Il titolo Il futuro cambierà. Amo il mio lavoro ed è normale rimettermi subito a farlo, è dispendioso in termini fisici e sento l’esigenza di mettermi in gioco finché ce la faccio. Ora sto facendo i sopralluoghi e il casting”.
Il regista stasera viene celebrato con il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence con una motivazione che sottolinea come Sorrentino sia “uno dei narratori più schietti e coraggiosi degli ultimi decenni, autore di un cinema capace di amalgamare immagini indimenticabili con storie potenti, spesso scomode e disturbanti, ma che, alla fine, lasciano allo spettatore una nuova consapevolezza”.
A Bari dal 21 al 28 marzo una vastissima retrospettiva di tutti i film tedeschi e americani diretti dal regista austro-ungarico e altri titoli ispirati a/da Metropolis realizzati da Godard, Lucas, Scott, Cameron e Besson. Alla sezione ItaliaFilmFest partecipano Senza nessuna pietà di Alhaique, Perez di De Angelis, Last Summer di Guerra Seràgnoli e La foresta di ghiaccio di Noce. La Federazione mondiale della stampa cinematografica festeggerà i 90 anni di attività. In preparazione anche la tavola rotonda "Cinema & Fiction: convergenze parallele?"
Il film di Antonio Morabito, che uscirà in sala il 29 aprile distribuito da Istituto Luce Cinecittà, ha vinto il Premio Tonino Guerra. La sezione ItaliaFilmFest è stata dominata da Il capitale umano di Paolo Virzì che ha ottenuto 5 riconoscimenti: miglior regista, miglior sceneggiatura/Francesco Bruni, Francesco Piccolo e Paolo Virzì, miglior attore protagonista/Fabrizio Gifuni, miglior attrice non protagonista/Matilde Gioli e miglior montatore/Cecilia Zanuso. Le congratulazioni di Paolo Del Brocco, AD di Rai Cinema che insieme a Indiana Production ha prodotto l’opera
Prodotto da A buon diritto con la collaborazione di Istituto Luce Cinecittà (che lo distribuirà), Terra di transito segue i passi di Rahell, fuggito dall’Iraq e approdato in Italia dopo aver attraversato Siria, Turchia e Grecia. Ma con il miraggio della Svezia, dove sono arrivati alcuni suoi familiari, che lì hanno ottenuto casa, lavoro e diritti. Il film ha il suo debutto oggi al Bif&st e sarà presentato prossimamente in diversi festival. "Oggi l’Italia è una terra da cui fuggire per gli stessi italiani - dice il regista - non è più una questione di origini, ma di generazioni"
"Negli ultimi due anni le esportazioni di film italiani sono dimezzate e le importazioni raddoppiate. La domanda di Made in Italy dall'estero è cresciuta, ma manca il sostegno economico per un'offerta adeguata". Sono le sconfortanti premesse di Laura Delli Colli (presidente del Sngci) di "Mission: promuovere all'estero il cinema italiano", tenutosi oggi nell'ambito del Bif&st con gli interventi di Roberto Cicutto, Ad di Istituto Luce Cinecittà, Riccardo Tozzi, presidente Anica, Giorgio Gosetti, direttore delle Giornate degli Autori e Franco Montini, presidente Sncci. Tra le soluzioni stimolare una proposta unitaria del settore da sottoporre al ministro Franceschini e al Ministero dello Sviluppo Economico, lavorare sui nuovi mercati e gestire in modo diversificato i diritti delle nuove piattaforme