CANNES – “Perché un film su Berlusconi? Perché sono italiano e voglio fare film sugli italiani. Berlusconi è un archetipo dell’italianità e attraverso lui puoi raccontare i nostri connazionali”. Così Paolo Sorrentino confermando il suo prossimo progetto per il cinema, con Toni Servillo protagonista e riprese a Roma. La dichiarazione rilasciata alla tv del festival. Da giurato guarda i film dalla doppia prospettiva, “da spettatore e da regista. Cerco l’equilibrio tra il film e la verità del film che secondo me sta nell’onestà del racconto, nella volontà di non imbrogliare lo spettatore e nel restituire la verità attraverso la falsità dell’arte cinematografica. Questo è il grande gioco del cinema”.
Il regista, che a Cannes aveva portato Il Divo (Premio della giuria nel 2008), This must be the Place con Sean Penn nel 2011, La grande bellezza nel 2013 e Youth nel 2015, è tenuto al riserbo del suo ruolo di giurato, ma non sull’atmosfera che si è creata né sull’esperienza. “Dentro la giuria le relazioni sono fantastiche, c’è un grande rispetto reciproco, abbiamo tutti personalità molto forti, ma anche un grande senso di democrazia. Almodovar, che prende molto sul serio il destino dei film e dei registi che li hanno realizzati, richiede attenzione ai giurati, ci invita ad essere responsabili e attenti e franchi nei confronti dei film che stiamo vedendo”. Secondo Sorrentino, è “meno stressante essere un membro della giuria che venire a presentare un film a Cannes dove sei esposto in prima persona. E poi si lavora in gruppo e questo corrisponde molto alla mia personalità. Ho l’impressione di capire meglio questo frenetico festival”.
Parlando del suo rapporto con gli attori, con Toni Servillo in particolare, suo affezionato interprete, dice: “Ho un rapporto giocoso, leggero, soprattutto con Toni, cerco sul set di creare un ambiente sereno, lavorando con leggerezza e certamente ironia e senso dell’umorismo. Cerco sempre con gli attori di non far sentire loro il peso delle riprese: gli attori sono ansiosi di far parte di un film ambizioso e io provo ad attenuare queste pressioni”.
Farà un film su Napoli? “Ci penso da tantissimo tempo, ma non è ancora arrivato il momento di parlarne. Napoli è una città che appartiene alle mie emozioni, la presenterò aperta al mare, racconterò la sua grande vitalità. Roma, dove vivo, è una città più dormiente dove la gente si lascia vivere, mentre i napoletani si reinventano quotidianamente. Ogni giorno decidono che vita intraprendere e Napoli la voglio raccontare così”.
Alcuni dei più interessanti film del 70° Festival di Cannes arrivano nelle sale della Capitale (fino al 18 giugno) e a Milano (dal 17 al 23 giugno) grazie all'Agis e all'Anec con la classica rassegna, che nel capoluogo lombardo è dedicata quest'anno alla memoria del decano dei critici Morando Morandini
Giunta alla 21ma edizione, Le vie del cinema da Cannes a Roma (14-18 giugno) porterà in alcune sale romane e laziali una selezione di film provenienti dal 70° Festival di Cannes, che saranno proiettati in versione originale con sottotitoli. Le sale coinvolte sono il Giulio Cesare, l’Eden e il Fiamma di Roma, l'Etrusco di Tarquinia, il Palma di Trevignano e il Corso di Latina
"Non c'è solo satira in The square c'è anche un contenuto che volevo trasmettere. Volevo fare un bel film. E poi non si vince una Palma d'oro senza contenuti". Così un eccitato Ruben Östlund, il regista svedese che si è portato a casa la Palma d'oro, ha commentato il premio. Dividerebbe la Palma con qualcuno, magari con Haneke? "No, no con nessuno, è solo mia"
“Ho amato 120 battiti al minuto dall'inizio sino alla fine, non mi sarebbe potuto piacere di più”, ammette il presidente di giuria lasciando intuire la sua preferenza. Per poi aggiungere tra le lacrime, in ricordo degli attivisti che negli Anni ’90 lottarono per rompere l'indifferenza sul tema dell'Aids: “Campillo ha raccontato storie di eroi veri che hanno salvato molte vite"