Col pensiero rivolto all’Ucraina, dove si continua a morire sotto le bombe, e ai tanti giovani di quel paese che si stanno adoperando per soccorrere i loro connazionali, Paolo Sorrentino fa tappa a New York nell’ultimo mese della volata verso gli Oscar. Un tutto esaurito ieri sera per la proiezione di E’ stata la mano di Dio all’International Film Center, e poi sala piena e tanti applausi al Celeste Bartos Theatre del MoMA, un domanda e risposta con alti funzionari Onu e il Rappresentante Permanente italiano alle Nazioni Unite Maurizio Massari.
“Ho fatto questo film per tre ragioni: come terapia, per superare il dolore che mi portavo dentro da quando avevo 16 anni, poi per far capire ai miei figli perché non sono così normale. Ma siccome abbiamo girato durante il Covid, è stato anche un modo per spiegare che oltre la tragedia può esserci un futuro”, ha detto il regista, premio Oscar nel 2014 per La grande bellezza e otto anni dopo di nuovo candidato alla ambita statuetta per il miglior film internazionale.
“Ora però c’è la guerra. E’ difficile vedere questo futuro, ma dobbiamo continuare a sperare”.
La serata con la responsabile Onu per l’informazione Melissa Fleming e la Youth Representative Jayathma Wickramanayake, in platea anche una ventina di studenti di una scuola di cinema di New York, era stata organizzata prima dell’attacco a Kiev per offrire una riflessione sulle sfide dei giovani di fronte a temi su cui all’Onu “si lavora quotidianamente per assicurare che ognuno di loro abbia un futuro”, ha detto Fleming, mentre Massari ha toccato le tematiche dell’ambiente che hanno visto l’Italia in prima fila con l’evento Youth4Climate di Milano prima della COP26 e Wickramanayake ha parlato dell’istruzione e della possibilità che 11 milioni di bambine e ragazze non tornino a scuola dopo il Covid perché nel frattempo sono state fatte sposare anzitempo.
Perseveranza, resilienza, talento e fortuna sono state parole usate nel corso della serata: “Avere una ossessione, che nel mio caso era il cinema, mi ha aiutato a scoprire che avevo dentro di me questo talento”, ha detto Sorrentino.
E’ stata la mano di Dio è prodotto da Netflix. Una scelta voluta, ha spiegato il regista alla platea del MoMA, perché la piattaforma in streaming “offre un modo democratico di far vedere film in tutti i luoghi, anche dove non ci sono sale”.
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