Montée des marches, oggi, per la proiezione dell’ultimo film in concorso al 57esimo Festival di Cannes, The life and death of Peter Sellers, diretto da Stephen Hopkins, distribuito dalla Lucky Red e prodotto da Hbo Film. Ad interpretarlo, oltre
a Geoffrey Rush, Charlize Theron ed Emily Watson, figura anche Sonia Aquino, giovane attrice italiana che veste i panni di Sophia Loren, di cui s’innamorò perdutamente Peter Sellers.
Sonia Aquino, che emozioni le ha dato interpretare sul grande schermo un personaggio come la Loren?
Sono cresciuta con i film della Loren, li conosco a memoria, li amo tutti, ma in particolare La ciociara. Sono stata per anni la sua ombra e sono orgogliosa di aver prestato in questo film il mio corpo, i miei occhi e la mia voce, per ricordare il periodo in cui, negli anni Sessanta, girò con Sellers il film La milionaria.
Il mio è stato un omaggio vero e proprio, anche se non vedo l’ora d’incontrarla per chiederle scusa della mia interpretazione.
Spero che veda presto il film e mi dia un suo parere.
Oggi, non solo viene presentato a Cannes il film di Hopkins, ma da oggi è nelle sale italiane anche un altro suo film, “La signora” di Francesco Laudadio. Come vive questi successi?
Sono davvero molto fortunata, anche perché nel mercato di Cannes, proprio in questi giorni stanno vendendo un altro film in cui ho lavorato: Eden di Fabio Bonzi, prodotto da Noia. Però sono stanca di interpretare sempre ruoli di donne del passato. Con la Loren sono andata indietro negli Anni Sessanta, mentre con La signora sono arrivata addirittura agli Anni Trenta. Sono state interpretazioni mlto formative, ma adesso sto scrivendo una storia tutta al femminile con una mia amica, una storia di ragazze di oggi. Non so ancora chi sarà la regista né ho scelto il titolo, ma ci sto lavorando.
Come si è trovata sul set con Hopkins e con gli altri attori?
E’ stata una esperienza fantastica. Hopkins mi ha detto che dovevo interpretare una donna solare, ironica e fedele: visto che, nonostante Sellers le facesse una corte spietata, la Loren è rimasta fedele al marito Carlo Ponti. Eppure, tra i due era nato un amore, evidentemente platonico: Sellers era un genio, infantile e contraddittorio, ma nella sua unicità non si
autocensurava e questo lo rendeva straordinario. Con lui la Loren e’ stata molto materna e gli ha consigliato di tornare a casa, dalla sua famiglia, che però era ormai distrutta.
Recitare con un premio Oscar come Rush, alla fine, è stato per me molto naturale. La Watson sul set è una grande professionista, mentre con la Theron non mi sono incontrata mai sul set.
Cosa conosceva di Peter Sellers, prima di recitare nel film?
Le sue pellicole, La pantera rosa in particolare. Hopkins, però, ha dato di lui un’immagine completamente diversa, piena di conflitti e di stravaganze. Era un uomo che faceva ridere ma che soffriva moltissimo, in un periodo in cui
l’Inghilterra stava cambiando freneticamente e profondamente.
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