Alla fine della Seconda guerra mondiale una banda sconclusionata escogita un colpo impossibile: rubare il tesoro di Mussolini dal quartier generale fascista di Milano.
Si muove tra I soliti ignoti e Indiana Jones – ricordando inevitabilmente anche il recente Freaks Out di Gabriele Mainetti – il film Netflix Rapiniamo il Duce di Renato De Maria, che propone anche un cast di grande riconoscibilità – come in una specie di star-system italiano – composto da Pietro Castellitto, Tommaso Ragno, Filippo Timi, Matilda De Angelis, Isabella Ferrari, Luigi Fedele e Maccio Capatonda.
Il film passa alla Festa del Cinema di Roma prima di approdare sulla piattaforma il 26 ottobre.
“Quelli come noi la storia li incula sempre – dice alla sua squadra il personaggio di Isola, interpretato da Pietro Castellitto – Fanculo la storia!”.
Una vicenda di rivincita quindi, ma anche di avventura, amore e amicizia, corredata da un buon ritmo e un uso eccellente di canzoni moderne – dunque teoricamente fuori tempo – ma arrangiate e presentare in modo da creare un eccezionale link tra passato e presente.
In questo senso è cult la scena in cui De Angelis, compagna contro la sua volontà di un gerarca fascista, canta con passione ‘Amandoti’ (brano celeberrimo interpretato da vari artisti, tra cui i CCCP e Gianna Nannini), pensando al suo vero amore.
Dice il regista: “E’ la storia di una rapina impossibile, in una Milano sfinita dalla guerra. La rapina impossibile operata da un gruppo di improbabili”.
Timi interpreta un gerarca, come in Vincere: “Ma qui era un’esperienza da cartoon, più netta. E’ stata una spinta in avanti, è stato subito chiaro che potevo fare un cattivo alla 007. Anzi, il mediano, quello che è cattivo perché non riesce ad essere il Duce. Ho lavorato di fantasia, seguendo le indicazioni di Renato e il suo immaginario, e lavorando con attori incredibilmente bravi e belli”.
Isabella Ferrari commenta: “Ho avuto reference importanti, mi sono documentata con Sul viale del tramonto, ma anche con i filmati dell’Istituto Luce, Basic Instinct e La carica dei 101. Dovevo essere spudorata, vincente, ma anche perdente e senza archetipi. Molto lo hanno dato anche i costumi, un cappello più lungo delle gambe e un trucco pazzesco. Era la prima volta che interpretavo una vera canaglia, è un film storico con tratti estremamente moderni, una storia di riscatto, feroce e infantile. Nora è un’attrice decaduta, passa il tempo ad aspettare il marito che non torna e a guardare i suoi film di successo”.
Così Matilda De Angelis: “Renato ha un grande istinto, il casting è stato lavorato con grande attenzione. Sul set eravamo tutti comodi nei nostri panni. Avevo voglia di cantare, è stata la parte che più mi ha arricchita. Ma mi sono riferita a Porco Rosso di Myiazaki e alla sua Madame Gina. Il locale ‘Cabiria’ è una terra di mezzo, dove si trovano fascisti, ladri, prostitute e quant’altro. Le donne uniscono le contraddizioni. Io ero l’amante del gerarca ma anche la migliore amica della spia. Di base, lei vuole sopravvivere, cambia mille volte idea. La guerra sta quasi per finire, non sa se restare con il suo uomo o andarsene con Isola. Non saprei dire io stessa se alla fine sia cambiata o no”.
“Il genere – dice Castellitto – è del tipo con cui tutti siamo cresciuti. E’ un cinema che conservando uno sguardo puro verso l’infanzia non si può che amare, ma siamo più abituati a vederlo che a farlo. Non ho avuto reference ma la costante sfida di veicolare la materia narrativa e mandare avanti la storia senza perdere la psicologia del personaggio. Dovevamo dare le giuste informazioni narrative senza perdere poesia. E’ stata la sfida più bella e difficile”.
Maccio Capatonda è al suo esordio in un film di qualcun altro, e ci scherza su: “E’ il mio film, ho fatto tutto io. Ma in realtà ero spaventato da questa novità e Renato mi ha dato tutte le reference necessarie. Magari un giorno faccio davvero l’attore”.
Sulla musica specifica De Maria: “Iniziare il film con Massimo Ranieri era una scelta forte, non ci è venuta subito, è stato un lungo processo lavorativo. Ma partire con un film d’epoca così curato, con quella canzone, era già una grande introduzione. Poi ci sono i due brani cantati live da Matilda, Paint It, Black, nella versione di Caterina Caselli e Amandoti dei CCCP. Quest’ultimo in una storia d’amore era perfetto. E, sì – chiude in tema di citazionismo – c’è dichiaratamente Indiana Jones nel bagaglio del film. Sono film che appagano, divertono e restituiscono la purezza del cinema”.
TRAILER:
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