Si è conclusa con l’annuncio e la premiazione dei vincitori, la diciottesima edizione del Sole Luna Doc Film Festival, la rassegna internazionale del cinema del reale che ogni anno richiama a Palermo registi e protagonisti della produzione documentaria da tutto il mondo. La giuria internazionale – formata Firouzeh Khosrovani, Giorgio Gosetti, Juan Carlos Reche Cala, Aliza Wong, e Céline Loiseau – ha assegnato il premio per il “Miglior lungometraggio” al film Adieu Sauvage, opera prima di Sergio Guataquira Sarmiento che conduce lo spettatore nella foresta amazzonica colombiana, all’interno della comunità indigena dei Cacua da cui lo stesso regista discende. “In questo notevole documentario d’esordio – si legge, tra l’altro, nella motivazione – il regista affronta le complessità della decolonizzazione e la necessità di abbracciare e trasformare la cultura su una miriade di livelli dell’individuo, delle persone, dei popoli”.
A The silence of the banana trees di Eneos Çarka, storia di un padre e una figlia che non si parlano da anni, la giuria internazionale ha assegnato il premio per il “Miglior Cortometraggio” sottolineando “la capacità del corto di comunicare in pochi istanti l’umanissimo bisogno di perdersi e ritrovarsi”.
Tra i film segnalati della giuria internazionale anche: N’en parlons plus di Vittorio Moroni e Cécile Khindria, che ha ricevuto la menzione speciale per la “miglior regia”; Dear Odesa di Kyrylo Naumko, menzione speciale per il “miglior montaggio”; Kenya di Gisela Delgadillo, menzione speciale per la “miglior fotografia”; e Stories from the Sea di Jola Wieczorek che si aggiudica il premio Soundrivemotion ideato dal compositore Joe Schievano per il miglior sound design.
Il premio Sole Luna un Ponte tra le culture, assegnato dalla presidente del festival Lucia Gotti Venturato, è andato al film brasiliano Vento na fronteira di Laura Faerman per porre all’attenzione del pubblico “con forza e determinazione, un tema di grande attualità: la lotta che le popolazioni indigene dell’America Latina combattono da decenni per il riconoscimento dei loro diritti ai territori di cui sono stati espropriati nel corso dei secoli, ultimo baluardo alla devastazione provocata dall’agrobusiness”.
Consegnati anche i premi delle giurie speciali. La Giuria degli studenti ha scelto come “miglior lungometraggio” Kenya di Gisela Delgadillo che narra la vita di una donna trans “per il suo grande impegno sociale nel narrare una storia troppe volte ignorata e dimenticata dalla società”. Gli studenti hanno anche assegnato una menzione speciale a Adieu Sauvage “per il suo impegno nel documentare una forma di emarginazione, forse lontana da noi, ma non per questo meno importante”.
La Giuria “Nuovi Italiani” formata da giovani con background migratorio, chiamata a giudicare i cortometraggi in concorso, ha premiato The silent protest: 1929 Jerusalem di Mahasen Nasser-Eldin sul primo movimento femminista a Gerusalemme “perché – si legge nella motivazione – non si limita a raccontare un fatto storico, ma entra nelle dinamiche sociali e le mostra in tutta la loro complessità”. La giuria ha anche assegnato una menzione speciale a Serigne di Rodrigo Hernandez Tejero, Edu Marin e Adriana Cardoso Navarro, documentario che racconta la storia vera di Serigne Mbayé, arrivato in Spagna su un gommone dal Senegal ed oggi, dopo 15 anni di lotta antirazzista, politico impegnato a cambiare le regole della migrazione.
Il film più votato dal pubblico e della rete di festival “Film for our future” è stato Claw machine, corto di animazione del regista Georges Salameh che affronta in maniera originale il tema della migrazione e delle morti nel Mediterraneo. “Un progetto – scrive il gruppo di valutazione di Film for our future – che ha il potere di trasformare il tema universale della guerra e della migrazione in un racconto intimo e personale, capace di scuotere, interrogare e arricchire lo spettatore”.
Ai premi consolidati del Festival quest’anno si sono aggiunti due nuovi riconoscimenti: Doc For future assegnato da Enel Green Power, main sponsor del festival, dedicato al “Miglior film in concorso a tematica ambientale”; e Cinematographe.it dedicato invece ai giovani del CSC e alla rassegna fuori concorso Sicilia Doc.
Il premio Doc for future è andato al film Fragments from Heaven di Adnane Baraka “per la capacità di narrare l’ambiente, concepito unitariamente come l’umanità, la terra e il cielo e superando, pertanto, la visione in cui l’essere umano si pone al centro e assoggetta la natura al suo servizio. Il film, inoltre, mostra la possibilità di un dialogo e di un incontro tra il sapere ancestrale e quello scientifico, dialogo cruciale sempre e tanto più oggi quando le fake news azzittiscono lo scambio umano”.
Il premio Cinematographe.it al film di diploma Fino alla fine di Beatrice Perego “Per il modo personale e suggestivo di raccontare la morte come parte della vita”.
“Siamo molto soddisfatti. Le sale sono state sempre piene ed abbiamo registrato il consenso da parte del pubblico affezionato e di tanti turisti. Tra film e attività collaterali calcoliamo un afflusso di circa 10mila persone, senza contare il pubblico numerosissimo delle 5 anteprime che abbiamo organizzato tra maggio e giugno”, dice la presidente Lucia Gotti Venturato.
“Sole Luna Doc Film Festival è ormai una rassegna matura, riconoscibile ed apprezzata a livello internazionale nell’ambito del cinema del reale. Un festival che dà spazio ai giovani registi emergenti e che mette in relazione generazioni differenti di filmaker aprendo le finestre sulle complessità del mondo in cui viviamo. Il vincitore di quest’anno, Sergio Guataquira Sarmiento, è un giovane regista alla sua opera prima che abbiamo avuto il piacere di avere ospite a Palermo col suo Adieu sauvage, opera impegnata e potente”, dicono i direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura.
“Questa edizione testimonia una volta di più l’importanza di investire sulla formazione dei giovani. I premi e le menzioni assegnati dalle giurie della scuola e dei Nuovi Italiani sono il segno di una sensibilità matura e consapevole su temi importanti della nostra contemporaneità. Le loro scelte – dice la direttrice scientifica Gabriella D’Agostino – fanno sperare nella possibilità concreta di costruire un mondo più giusto e più rispettoso delle diversità, un mondo in cui siano contemperati i diritti di umani e non umani.”
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