Sofia Loren, Verdone e la semifinale… Ecco la formula Sesti


TAORMINA – C’è un pizzico di Extra nel Festival di Taormina orchestrato da Mario Sesti, quantomeno nel rivendicare il diritto di mescolare alto e basso (a patto che simili categorie abbiano ancora un senso): Kelly LeBrock che duetta con Carol Alt sui magnifici (o abominevoli) anni ’80 accanto a un ricordo commosso di Theo Angelopoulos. Del resto i Campus, che hanno coinvolto circa trecento studenti ogni mattina, sono stati uno degli eventi di questo festival diviso tra due anime, quella pop e quella ultramondana della general manager Tiziana Rocca. I film sono un po’ passati in secondo piano, mentre c’è stato molto cinema “parlato” e sicuramente una grande attenzione ai progetti italiani, come CinecittàNews ha raccontato. 

 

Se è presto per fare un bilancio sulle presenze di pubblico – ma c’è stata, secondo gli organizzatori, una crescita dello sbigliettamento – qualche sedia vuota di troppo al Teatro Antico si è notata. Per Sesti è lo scotto da pagare alla transizione da evento esclusivo a evento popolare. E poi l’ultima giornata sarà col botto, con Sofia Loren e il re della commedia Carlo Verdone, incoronato dal Nastro d’argento per Posti in piedi in paradiso, incastonati tra i due tempi della semifinale Italia-Germania. “Una serata unica, in cui mancherà solo Paul McCartney… Per me la partita vista in HD sullo schermo di 9 metri nel Teatro Antico non è un’intrusione del calcio, è cinema puro, oltre ad essere una scelta strategica perché voler competere con gli Europei sarebbe suicida e dunque è meglio assecondarli”.

In attesa di sapere se l’anno prossimo sarà confermato qui a Taormina, il direttore artistico rivela che sta lavorando anche per il Festival di Roma di Marco Müller. “Mi ha chiesto di coadiuvare la commissione di selezione per quanto riguarda i documentari. Mi fa piacere collaborare anche perché trovo eroica la sfida che ha lanciato, quella di avere solo anteprime mondiali”, dice il critico, che desidera soprattutto disinnescare le polemiche. “I festival – aggiunge – hanno tutti il diritto di cambiare. Rimproverare Roma di aver chiamato Müller alla sua testa, sarebbe come accusare una squadra di volere Mourinho come allenatore”.

Sui guai tecnici che hanno funestato la kermesse, dalla proiezione di Ribelle The Brave senza le voci al black out che ha fermato la commedia francese Cena tra amici (Eagle la farà uscire il 6 luglio), non si pronuncia. Guasti a parte, il tentativo di proporre anteprime di stagione – magari sarebbe meglio se fossero accompagnate da registi e attori – potrebbe portare Taormina a una sorta di gemellaggio con le Giornate professionali, come auspicato anche dall’Anica. “L’anno prossimo non avremo solo 40 giorni per creare il palinsesto, potremo organizzare meglio le presenze americane, che vanno gestite per tempo. Si potrebbe pensare ad anticipare leggermente le date alla prima metà di giugno”. E riportare i Nastri d’argento dentro al festival? “Perché no? Mi piacerebbe, ho molta stima per Laura Delli Colli”. Confermato l’interesse per la commedia, “che insieme al documentario è l’unico ambìto in cui succedono veramente delle cose, come hanno dimostrato quest’anno i francesi con film come The Artist e Quasi amici“.

autore
27 Giugno 2012

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