Il voto all’unanimità della giuria premia il film d’esordio di Sidney Sibilia Smetto quando voglio all’11ma edizione del RIFF, il Festival internazionale del film di Reykjavik. Nell’anno in cui la rassegna, diretta da Hronn Marinosdottir, ha dedicato uno speciale focus ai nuovi autori italiani con particolare attenzione per il “cinema della realtà” da Sacro GRA di Gianfranco Rosi a The Stone River di Giovanni Donfrancesco a TIR di Alberto Fasulo, le migliori sorprese arrivano dal concorso per opere prime e seconde “New Visions”.
Qui Sidney Sibilia ha sbaragliato un’agguerrita concorrenza internazionale conquistando il prestigioso “Golden Puffin”. La giuria, presieduta dal critico di “Variety” Peter Debruge, ha anche assegnato una menzione speciale a Before I Disappear dell’americano Shawn Christensen, rivelatosi a South By Southwest e poi alle Giornate degli Autori.
Il premio Fipresci è andato a una coproduzione italo-albanese: il film d’esordio di Iris Elezi e Thomas Logoreci Bota, già segnalato dal Festival di Karlovy Vary.
In tutto i film italiani presentati quest’anno al RIFF erano ben 11 più due coproduzioni e un’ottima accoglienza è stata riservata a Che strano chiamarsi Federico di Ettore Scola, Le meraviglie di Alice Rohrwacher, In grazia di Dio di Edoardo Winspeare e Col fiato sospeso di Costanza Quatriglio.
Il Golden Puffin alla carriera è stato invece assegnato al regista inglese Mike Leigh in occasione della “prima” nordeuropea del suo Mr. Turner. Lo scorso anno il premio era andato al francese Laurent Cantet che in quest’edizione ha invece presentato il suo film più recente Ritorno a L’Avana.
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