Il 25 novembre alle ore 17,30, a Roma, presso la Sala Trevi in vicolo del Puttarello 25, in concomitanza con la mostra “Il caso Pirandello” al Teatro di Villa Torlonia e alla casa Museo di Pirandello in via Antonio Bosio, nell’ambito delle manifestazioni per i 150 anni dalla nascita di Pirandello, in collaborazione con la Fondazione Cineteca Nazionale CSC, avrà inizio una rassegna della durata di 5 giorni su “Pirandello e il cinema” a cura di Amedeo Fago.
Al Cinema Trevi: 25 novembre ore 17,30 Pensaci Giacomino di Gennaro Righelli (1937) tratto dall’omonima commedia, Terra di nessuno di Mario Bàffico (1939) ispirato a tre novelle e Le due vite di Mattia Pascal di Mario Monicelli (1985) tratto dall’omonimo romanzo; 26 novembre ore 17,30 Enrico IV di Marco Bellocchio (1984) tratto dall’omonimo dramma, L’uomo dal fiore in bocca di Marco Bellocchio (1993) tratto dall’omonimo atto unico e La balia di Marco Bellocchio (1999) tratto dall’omonima novella; 28 novembre ore 17,30 Kaos di Paolo e Vittorio Taviani (1984) tratto da quattro novelle e Tu ridi di Paolo e Vittorio Taviani (1998) tratto da due novelle; 29 novembre ore 17,30 Effetto notte di François Truffaut (1973), La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen (1985) e Rashomon di Akira Kurosawa (1950).
27 novembre alla Casa di Pirandello (via Antonio Bosio 13/b) Andrea Renzi interpreta alcuni brani dai “Diari di Serafino Gubbio, operatore”; conversazione su “Pirandello e il cinema” tra Marco Bellocchio, Amedeo Fago, Paolo Petroni, Giovanni Spagnoletti.
Il rapporto tra Pirandello e il cinema fu complesso, ambiguo, conflittuale, a volte di totale rifiuto altre volte di grande curiosità. E fu certamente la curiosità per questa nuova modalità di narrazione per immagini, che si era già strutturata come industria cinematografica che lo spinse a scrivere il romanzo “Si gira” pubblicato una prima volta nel 1916 e poi ripubblicato nel 1925 con il titolo “Quaderni di Serafino Gubbio, operatore”.
In questo romanzo il suo giudizio sul cinematografo è spietato sia quando teme che il pubblico abbandoni i teatri per correre a vedere su uno schermo “larve evanescenti” prodotte in maniera meccanica e fredda, sia quando descrive il mondo della produzione cinematografica popolato di personaggi volgari impegnati a confezionare prodotti commerciali per soddisfare il palato delle masse e gli interessi degli uomini d’affari; nello stesso tempo la struttura stessa del racconto letterario e l’ipotesi da Pirandello stesso formulata, di trarne un film, prefigurano un’idea di linguaggio cinematografico di grande modernità: il film nel film.
La mostra storico-didattica “Il caso Pirandello”, curata da Paolo Petroni e Claudio Strinati, sarà aperta al pubblico dal 23 novembre al 14 gennaio 2018 al Teatro di Villa Torlonia (via Spallanzani 1A) e alla Casa-Museo – Istituto di Studi Pirandelliani (via Antonio Bosio, 13B); ingresso libero, orari giovedì, venerdì, sabato 10.00-13.00 e 15.00-18.00 – domenica 10.00-16.00.
“Una mostra immersiva – spiega il ministro Dario Franceschini – che presenta al pubblico uno dei maggiori autori del Novecento facendo vivere i suoi luoghi domestici, ascoltare la sua voce in una delle pochissime registrazioni rimaste, mostrare la sua figura in alcuni rarissimi documenti video dell’Istituto Luce, illustrare il suo mondo professionale attraverso costumi di scena”.
La sezione della mostra ospitata presso lo splendido Teatro di Villa Torlonia si compone di storici costumi teatrali della Compagnia dei Giovani (indossati a suo tempo da attori quali Romolo Valli, Rossella Falk, Carlo Giuffrè), firmati da Pier Luigi Pizzi, che ne cura anche l’allestimento. Accanto ad essi, una serie di video, documenti, lettere, (spesso inedite o poco note), testimonianze fotografiche e grafiche, inframmezzate a letture, a riferimenti a luoghi e personalità con cui Pirandello entra in relazione nel corso della sua vita. Una rara curiosità è la sezione dedicata a Luigi Pirandello pittore con quadri tutti di proprietà privata che è rarissimo poter vedere, affiancati a quadri del figlio Fausto, grande pittore della Scuola romana, di notevole interesse anche in rapporto al relativo dibattito teorico vivissimo in quel periodo.
Accanto ai personaggi virtuali del teatro pirandelliano, sfilano in mostra, grazie alla preziosa collaborazione con l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, quelli reali, dai colleghi della sua fase giovanile in Germania, alla moglie morta in manicomio, da Marta Abba e Ruggero Ruggeri, a tutti gli attori, registi, scenografi che lavorarono con lui, fino alle vicende del Premio Nobel con le sue interessanti implicazioni e ai rapporti contraddittori col fascismo e Mussolini.
Presso la Casa-Museo invece, rimasta intatta in tutto il suo fascino evocativo dal giorno della morte di Pirandello e per l’occasione allestita con un grande e avvolgente intervento multimediale, sarà possibile ammirare, oltre agli ambienti e arredi originali, gli abiti e la divisa da Accademico d’Italia, i suoi manoscritti e tutta la sua biblioteca privata: vi compaiono le sopra-copertine dei libri più amati dipinte da lui stesso, il bel diploma dipinto originale del Nobel, e molto altro.
Sarà proiettato anche un lungo video inchiesta di Sky su Pirandello con rievocazioni e interviste a studiosi e attori, da Dario Fo a Gabriele Lavia.
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