Dal teatro beckettiano al cinema, venato di echi di Ciprì e Maresco. E’ Due amici di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, prodotto dalla Sciarlò di Tornatore insieme a Medusa, l’italiano alla 17° Settimana della critica. “Un cinema che normalmente non prendiamo in considerazione, ma che ci ha colpito perché è una prova d’attore particolare, in un panorama di debuttanti che non offriva grandissimi spunti”, commenta Andrea Martini, delegato a rappresentare la squadra di cinque critici (Francesco Di Pace, Michele Gottardi, Anton Giulio Mancino, Roberto Nepoti) che ha selezionato le sette opere prime della Settimana.
L’Italia non poteva mancare – è un po’ una tradizione – anche se traspare un velato scetticismo sul livello medio degli esordienti. Mancino, il più estremista, parla di linguaggio paratelevisivo, sciatto e dice “il nostro cinema non è certo il più evoluto del pianeta”. Mentre gli entusiasmi si concentrano sulle opere orientali: Taiwan, Giappone, Iran.
“Il nostro compito è valorizzare il nuovo, moltissimi sono i film usciti nelle sale proprio grazie alla Sic”, sintetizza il presidente del Sindacato critici Bruno Torri. Lo spalleggia Massimiliano Fasoli di Cult Network Italia, che per la quinta volta garantisce il premio CNI (10.000 dollari), mentre la Fondazione Gan si è aggiunta quest’anno.
Due gli eventi speciali: il centenario di Zavattini ha ispirato un omaggio al grande scrittore con tavola rotonda e proiezione della sua prima sceneggiatura, Darò un milione di Mario Camerini (1935) in collaborazione con SNC e Cineteca nazionale. Mentre l’opera prima del passato è Shadows (1960) di John Cassavetes, restaurato dall’Ucla, che porterà al Lido il figlio del cineasta Nick, anch’egli regista. Altri ospiti Philippe Noiret per il franco-belga Un onesto commerciante; Campbell Scott, Isabella Rossellini, Elizabeth Berkley, Jennifer Beals per l’americano Roger Dodger.
Buoni i rapporti con la Biennale e con il nuovo direttore De Hadeln, nel segno della consueta autonomia ma anche di un buon vicinato. Tanto che l’omaggio a Zavattini si farà insieme. Tra le sorprese le Notti della Sic, opere spettacolari e un po’ torbide per vivacizzare l’atmosfera.
I sette della Sic
Due amici di Spiro Scimone e Francesco Sframeli (Italia)
Emtehan-L’esame di Nasser Refaie (Iran)
Un honnete commerçant di Philippe Blasband (Francia/Belgio)
Mizu no on-La donna dell’acqua di Hidenori Sugimori (GIappone)
Mon Huan Biu Luo-Nel paese dei sogni di Cheng Wen-Tang (Taiwan)
Roger Dodger di Dylan Kidd (Usa)
Zmej-La coda dell’acquilone di Aleksej Muradov (Russia)
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