Servillo, zar narrante all’Ermitage

Ermitage - Il potere dell'Arte: Servillo narratore dello scrigno-museo e di Sanpietroburgo


Ermitage – Il potere dell’Arte annuncia bellezza sin dall’esordio, che schiude sul “segreto” di come si carichi e si animi l’opera d’arte del gigante “cucù” del pavone d’oro per mano di una chiavetta metallica, girata dall’essere umano, alla base dell’opera. 

Sanpietroburgo, una città nata dalle paludi intorno alla Neva, connessa da 400 ponti: una “città astratta e meditata” per Dostoevskij, o “artificiale e premeditata”, per Gògol. La biografia di una città di tre secoli, una sorta di infanzia urbana e sociale, eppure Sanpietroburgo – fu Leningrado – ha accolto La Storia. Nel 1762 inizia la costruzione dell’Ermitage e Toni Servillo accompagna, autorevole quanto discreto, tra le mura del Museo, raccontando o leggendo estratti dalla grande Letteratura del Paese, fino alla suggestiva chiosa finale, in cui recita un breve monologo da Arca Russa (2002).

Ogni regnante Romànoff ha contributo a costruire una delle più importanti collezioni d’arte al mondo, patrimonio che ha insegnato ai russi a pensare in modo nuovo: è la cultura a tenere aperto il dialogo e lo scambio, e questo film lo spiega, perché parla di Russia oltre l’Ermitage, includendo anche la Letteratura o la Musica e la Poesia, le Arti tutte insomma. 

Questo film d’arte narra tra forma documentaria classica, fatta d’immagini del luogo protagonista, interviste – anche quella a Aleksandr Sokùrov, regista del già citato “piano sequenza” Arca Russa – e inserti finzionali con brevi messe in scena dei periodi storici, a partire dal principio, nella persona di Pietro Il Grande, colui che ha avviato il processo di modernizzazione della Russia, rendendo regina Sanpietroburgo, la città in cui ha chiamato i migliori architetti e artisti d’Europa per capire come costruire su quella palude senza pietre di basamento una grande capitale sul mare. Girato quasi tutto tra l’interno e l’esterno notturno, certo eco delle celebri notti bianche. Come si confà ai migliori film d’arte, Ermitage ha sequenze che ti portano dentro la tela o il marmo, grazie a primi e primissimi piani delle opere, che riempiono gli occhi di bellezza. 

Palazzo d’Inverno è il cuore del complesso museale dell’Hermitage, progettato dal fiorentino Pietro Rastrelli, spazio poi assurto a pubblico grazie alla Rivoluzione Bolscevica: Rembrant fu il primo “ospite” in forma pittorica ad essere acquistato da Pietro I, appassionato dal modus vivendi degli olandesi. In Ermitage non c’è solo lo scrigno del Museo, ma anche la Storia della città di Sanpietroburgo, attraverso le persone e gli spazi urbani, da La Prospettiva Nevskij a Nabokov, all’imperatrice “tedesca” Caterina II (sposa dello zar Pietro III, che fu costretto ad abdicare in favore di lei). L’arte e gli uomini (21 ufficialmente conteggiati, il cui più folle amore fu per Potëmkin, quello di Ėjzenštejn e di Fantozzi, sì) le passioni di lei, per il più grande impero d’Europa, costruito con 34 anni di regno. 

Giorgione, Raffaello, Caravaggio, Canova, Tiziano, Leonardo, alcuni degli orgogli italiani, e poi ancora intere collezioni di capolavori internazionali: così è l’Europa a guardare alla corte di Caterina, il cui architetto prediletto è il bergamasco Giacomo Quarenghi, che la supporta nell’affermazione dell’europeizzazione, confermata poi da Nicola I, che apre il Museo a persone che non fossero membri della famiglia reale. 

Ermitage è un “libro” di Storia e Storia dell’Arte, ma non un pesante sussidiario scolastico, bensì un trionfo di estetica pura, in cui davvero l’Arte gode della sua essenza, un godimento garantito proprio dall’unicità di un luogo che protegge dentro se stesso una delle più – forse, La più – eroiche collezioni di sempre (più di 3milioni di opere, solo il 3% mostrate al pubblico), l’Ermitage, appunto, “ponte tra i popoli”, come dice Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra, una delle testimonianze del film. 

Ermitage – Il potere dell’Arte, un progetto Nexo Digital con 3D Produzioni e Villaggio Globale, scritto da Didi Gnocchi e Giovanni Piscaglia, in sala 21-22-23 ottobre come film-evento: la colonna sonora vanta l’elettronica d’ambiente di Maximilien Zaganelli, su tutte le piattaforme digitali dal 18 ottobre. 

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11 Ottobre 2019

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