Sergio Rubini


S. RubiniTre grandi attori sono stati premiati nella serata conclusiva del Terra di Siena Film Festival: se a Lucia Bosè è andato il premio alla carriera, Giovanna Mezzogiorno è stata premiata come migliore attrice dell’anno, mentre Sergio Rubini ha portato a casa il premio come migliore attore dell’anno.

 

Rubini, quale emozione le ha dato ricevere questo riconoscimento?
Sono felice che questo premio mi sia arrivato da un festival diretto da Carlo Verdone: lo stimo come un artista serio che sta da anni lavorando a questa rassegna di cinema libero, dove insieme con il suo gruppo sceglie commedie trasversali, provenienti da culture diverse.
Ma se devo essere sincero, mi piace tanto ricevere anche quei premi che riconoscono le mie qualità di regista, non solo quelle di attore: sebbene abbia cominciato prima a recitare, oggi la regia è diventata per me una crescita artistica davvero molto importante. Il mestiere del regista richiede molte più responsabilità, mentre fare l’attore significa esaltare l’innocenza e quella sorta di onnipotenza che è propria di ogni bambino. E poi, visto che conosco i segreti della recitazione, mi sembra di capire meglio gli attori che dirigo da regista. In fondo, parlo il loro stesso linguaggio e percepisco le loro insicurezze sul set.

Tra i tanti film in cui ha lavorato, quali sono quelli che ama di più e che ricorda con maggiore affetto?
Ho avuto la fortuna di lavorare con i più grandi registi italiani, a cominciare da Fellini, che per me è stato un grande maestro e, in un certo senso, ha segnato la mia formazione. Con Gabriele Salvatores ho avuto una lunga e operosa collaborazione: recitare in Nirvana è stato entusiasmante. Ma ricordo con piacere pure il periodo in cui si girava con Carlo Verdone il film Al lupo al lupo. Però, non dimentico nemmeno quei film che fanno parte delle mie scelte artistiche sbagliate.

 

M. BuyQuali sono i prossimi progetti?
Sto lavorando alla sceneggiatura del mio prossimo lavoro, ma non riesco ancora parlarne: è un progetto nuovo che è in una continua fase di limatura. Prossimamente, uscirà anche il film a episodi Manuale d’amore, di Giovanni Veronesi, che narra le quattro età dell’amore: insieme con Margherita Buy interpretiamo le età della coppia che mostra le sue varie e interessanti problematiche.
Infine, c’è un lavoro per la televisione: si tratta della storia di Sacco e Vanzetti. Vicino a me ci sarà Ennio Fantastichini e sono contento di lavorare di nuovo con lui perché mi ricorda i miei esordi da regista nel film La stazione.

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05 Ottobre 2004

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