Le proteste di piazza a Kiev, documentate mentre avvenivano, a cavallo tra il 2013 e il 2014, che portarono alla destituzione di Janukovyč. E poi una storia che racconta l’autoproclamata Nuova Russia, nel Donbass, sempre nel 2014. Sono i due film, Maidan e Donbass, che il regista ucraino Sergei Loznitsa verrà a presentare alla Cineteca di Bologna il 21 e 22 aprile, inaugurando così, assieme al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, la retrospettiva che la stessa Cineteca presenta fino al 26 aprile al Cinema Lumière, tracciando un percorso attraverso la storia del cinema ucraino.
Tra le cose in rassegna, alcuni preziosi materiali d’archivio del fondo Italia-Urss della Cineteca di Bologna: un viaggio in Ucraina attraverso volti e paesaggi del periodo sovietico. Il drammatico presente, invece, è al centro dei lavori di Valentyn Vasyanovych e Alina Gorlova che indagano da diversi punti di vista la guerra scoppiata nel Donbass nel 2014. Completano la retrospettiva il classico La terra di Dovženko, la commedia Brevi incontri e The Tribe.
Il nuovo film Sergei Loznitsa, il documentario The Natural History of Destruction, sarà presentato come proiezione speciale al prossimo Festival di Cannes.
La fabbrica dei sogni sceglie ancora di sostenere e di contribuire all’aiuto della popolazione dell’Ucraina, in special modo dei suoi bambini, tramite l’associazione Save the Children, che nelle terribili settimane dall’inizio della guerra sta lavorando sul campo per fornire beni necessari e salvare vite innocenti
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino, grazie al sostegno dell’European Cultural Foundation, propone alla città il progetto “Cinema per l'Ucraina”: una rassegna cinematografica che si articola in sei appuntamenti ogni giovedì sera, dal 14 aprile al 19 maggio 2022
Il direttore di Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi, scrive una lettera aperta al regista russo, di cui riportiamo integralmente il testo: "Sei chiamato a realizzare un nuovo film - si legge nel testo - Sole salvatore, perché dalla Russia possa arrivare, finalmente, un raggio di pace"
Il documentarista premiato a Berlino e nei principali festival europei si trovava in Ucraina per riprendere la guerra. La sua auto sarebbe stata colpita da un razzo, mentre tentava di uscire dalla città assediata di Mariupol. Aveva solo 45 anni