Seidl: “Blasfemo no, ma mi piace scioccare”


VENEZIAParadiso: Fede, il secondo capitolo della trilogia di Ulrich Seidl iniziata con Paradiso: Amore è in concorso a Venezia 69 e sembra fatto apposta per dare scandalo. E’ la storia di una donna di mezza età che fa la missionaria porta a porta. Armata di una statuetta della Madonna cerca di convertire la gente, soprattutto stranieri immigrati in Austria o coppie di divorziati. Qualcuno la accoglie in casa, magari per solitudine o disperazione, qualche altro la manda a quel paese. Lei accetta tutto per amore di Cristo e la sera si flagella per i peccati di un mondo ‘ossessionato dal sesso’ (una sera si imbatte anche in un’orgia in un giardino pubblico) ma bacia l’immagine di Gesù che ha sul comodino e usa un crocifisso per pratiche autoerotiche. E’ sposata con un egiziano, di religione musulmana, che è diventato paraplegico dopo un incidente e che ora vive in casa sua come se fosse un ospite costretto a dormire sul divano. E il ménage si trasforma in una piccola guerra di religione.

 

Insomma, il regista austriaco di Canicola, Gran premio della giuria a Venezia 2001, continua a cercare programmaticamente lo scandalo, stavolta rischiando addirittura l’accusa di blasfemia. Che respinge ma senza dare tante spiegazioni. “Forse questo film scioccherà qualcuno ma non tutti – dice in conferenza stampa – La protagonista di Paradiso: Fede è una donna che cerca di soddisfare i propri desideri. Il suo amore per Gesù oltrepassa i limiti e giunge a forme estreme. Ma vive anche un conflitto tra questo amore e quello per suo marito”. Per il film dice di essersi ispirato a fatti reali, a partire da un suo documentario del 2003, Jesus, du weisst, in quell’occasione scoprì che in Austria e in Germania esiste la tradizione delle Madonne pellegrine, portate in giro dai fedeli a benedire le abitazioni. “Ho una connotazione cattolica forte, vengo da una famiglia religiosa e ho studiato in collegio – spiega – poi mi sono ribellato alla morale solo apparente della Chiesa, ma le mie origini restano quelle di un mondo profondamente cristiano”.

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31 Agosto 2012

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