Sciopero attori, negoziazioni interrotte: distanza tra le parti “troppo grande”

AMPTP avrebbe rifiutato di proteggere gli artisti dall'essere sostituiti dall'IA, di aumentare gli stipendi per stare al passo con l’inflazione e di condividere con loro una piccola parte delle proprie entrate


Dopo la chiusura positiva dello sciopero degli sceneggiatori, con una ratifica del nuovo contratto approvata con il 99% dei voti, arrivano brutte notizie sul fronte delle proteste relative agli attori. La AMPTP, associazione che rappresenta i produttori cinematografici e televisivi, ha infatti dichiarato che le negoziazioni con la SAG-AFTRA, il sindacato degli attori, sono state interrotte perché la distanza tra le due parti sarebbe “troppo grande”.

SAG-AFTRA ha rivelato che gli amministratori delegati del settore si sono allontanati dal tavolo delle trattative dopo essersi rifiutati di tenere in considerazione la loro ultima offerta. AMPTP avrebbe rifiutato di proteggere gli artisti dall’essere sostituiti dall’IA, di aumentare gli stipendi dei membri della SAG-AFTRA per stare al passo con l’inflazione e di condividere con loro una piccola parte delle proprie entrate (circa il 2%).

I produttori, in un comunicato stampa, hanno così giustificato quest’ultima scelta: “Questo bonus audience, da solo, costerebbe più di 800 milioni di dollari all’anno, creando un onere economico insostenibile. La SAG-AFTRA ha presentato poche, se non nessuna, proposta sui numerosi punti ancora aperti. Dopo significative conversazioni, è chiaro che il divario tra l’AMPTP e la SAG-AFTRA è troppo grande e le conversazioni non ci stanno più portando in una direzione produttiva. Speriamo che la SAG-AFTRA ci ripensi e torni presto a negoziare in modo costruttivo”.

SAG-AFTRA ha affermato che la cifra di 800 milioni è esagerata del 60% e che la sua proposta costerebbe alle piattaforme di streaming 57 centesimi per abbonato all’anno, accusando AMPTP di usare “tattiche da bulli” nei loro confronti e invocando nuovi picchetti di protesta.

Insomma, le parti non sono state mai così distanti come ora e lo sciopero promette di allungarsi ancora, superando i 95 giorni raggiunti da quello del 1980.

12 Ottobre 2023

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