‘Sasha’, tra donna e uomo: la ricerca dell’identità nel film bannato in Russia

Diretto dal regista dissidente russo Vladimir Beck, il film è un racconto di formazione che uscirà nelle sale italiane il 22 agosto


Sasha è uno dei nomi slavi più comuni. È, soprattutto, un nome neutro, che può essere usato sia al maschile al femminile: in questa ambiguità si muove la protagonista di Sasha, terzo film del regista russo Vladimir Beck, che, dopo essere stato bannato in Patria a causa delle sue tematiche è stato presentato al Lucca Film Festival 2023, dove si è aggiudicato tre riconoscimenti (Premio Stampa “Marcello Petrozziello”, Premio della Giuria Popolare e della Giuria Studentesca), uscirà ufficialmente nelle sale italiane il 22 agosto 2024.

Sasha (Anya Patokina) è una quindicenne che vive in campagna con un nonno burbero ma affettuoso con cui sembra avere un rapporto speciale. Improvvisamente l’uomo si ammala e la ragazza è costretta a trasferirsi dal padre, con cui non ha rapporti da tantissimi anni, quando la madre morì in circostanze poco chiare. Nel conflitto col padre, che fa il poliziotto e che vive in un piccolo appartamento in periferia, e nel ricordo nostalgico con la madre, a cui Sasha assomiglia terribilmente, si alimenta un disagio adolescenziale che troverà uno sfogo nell’incontro con il bel Maxim e la seducente Mysh, due coetanei del posto. I ragazzi scambiano Sasha per un maschio e lei non fa niente per smentire, abbracciando un complesso percorso di scoperta identitaria e sessuale. Una transizione che non è dovuta a una esigenza specifica (una disforia di genere), ma al semplice desiderio di integrarsi: in Russia – e non solo – essere uomini è più facile che essere donne, soprattutto in età adolescenziale e Sasha basta un po’ di droga sgraffignata al padre e un livido in volto, infatti, per essere facilmente accettata nel nuovo contesto sociale.

Nonostante il fisico minuto, una volta tagliati i capelli e fasciato il seno, Sasha diventa un ragazzo estremamente piacente, d’altronde “tutti i bei ragazzi assomigliano alle loro madri”. Mentre si allontana sempre più da un padre che sta imparando a fatica a svolgere il suo ruolo, Sasha si inserirà in un triangolo amoroso che vedrà negli altri due vertici proprio i suoi due nuovi amici. Con Max in particolare, svilupperà un’amicizia speciale che non potrà mai sfociare in altro, a causa della sua “identità segreta”. Nel giro di poche settimane estive, i due indagheranno su loro stessi, facendo emergere i drammi e il malessere di una generazione priva di punti di riferimento.

La mancanza di binari e la perdita dei modelli precostituiti, però, non è qualcosa che il regista racconta in maniera negativa. Con sensibilità e poesia, Vladimir Beck ci rende consapevoli del fatto che essere liberi da vincoli e da pregiudizi è una condizione da abbracciare con fame e speranza. Nella vita “ci si abitua a tutto” e nessuna sperimentazione merita di essere lasciata intentata.

Co-produzione Russia-Italia, Sasha è un racconto di formazione girato con delicatezza ed emotivamente pregnante. Una storia soprattutto coraggiosa, considerando il fatto che dallo scorso novembre la Corte suprema russa ha dichiarato il “movimento sociale internazionale lgbt” estremista e illegale nel paese, dal quale Beck è scappato con l’inizio della guerra in Ucraina. Nonostante non vedrà mai le sale e i festival della nazione in cui è stato girato, il film ci porta alla scoperta di una generazione in crisi, andando alla radice di ciò che ci rende simili in ogni parte del mondo e sotto ogni regime: l’amicizia e l’erotismo, la fiducia e l’affetto.

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20 Agosto 2024

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