Sarà l’anno di Scorsese?

Stavolta Martin Scorsese potrebbe farcela. Tra i grandi abbonati alla delusione da Oscar sfiorato (è stato sei volte candidato), con The Aviator il cineasta newyorchese potrebbe finalmente conquistare il cuore di Hollywood. La sua biografia di Howard Hughes ha infatti undici nomination (e 18 volte su 20, undici nomination hanno portato dritte sul podio dell’Oscar), mentre ne hanno solo sette a testa Million Dollar Baby di Clint Eastwood e Finding Neverland, con Johnny Depp nel ruolo del creatore di Peter Pan. Un’altra biografia, Ray, ha sei candidature, mentre Sideways di Alexander Payne, con 5 nomination, ha già vinto la sua sfida, quella del cinema indipendente che piace alle major.

Ma sono molti gli outsider tra i prescelti di questa 77^ edizione: le attrici Catalina Sandino Moreno (Maria full of grace) e Imelda Staunton (Vera Drake); scenografo e fotografo di Una lunga domenica di passioni del francese Jean Pierre Jeunet; José Rivera, autore della sceneggiatura della biografia del Che I diari della motocicletta;
Grandi beffati: The Passion of the Christ con tre candidature minori (make up, fotografia e musica) e Fahrenheit 9/11, escluso dalla cinquina dei documentari ufficialmente perché distribuito online.

Sul versante italiano è grande la delusione per Gianni Amelio e il suo Le chiavi di casa, escluso dalla cinquina del film straniero, dove sono entrati Francia, Spagna, Germania, Svezia e Sud Africa. Mare dentro, comunque, è una coproduzione italiana che coinvolge la Lucky Red di Andrea Occhipinti.

Si conferma il talento di Dante Ferretti, sette volte candidato agli Oscar, quasi sempre insieme a Francesca Lo Schiavo: stavolta con The Aviator potrebbe finalmente arrivare alla statuetta. Anche se per scaramanzia non vorrà parlarne.

Da segnalare anche le tre candidature di Hotel Rwanda, che vede Mikado tra i coproduttori: corrono per la statuetta l’attore protagonista Don Cheadle, l’attrice non protagonista Sophie Okonedo e gli sceneggiatori di Keir Pearson e Terry George.

Infine, a sorpresa, è spuntata un’altra candidatura italiana, quella di Luigi Falorni, uno degli autori del documentario The Story of the Weeping Camel. Il filmato girato nel deserto della Mongolia, racconta la storia di un cammello albino che viene rifiutato dalla madre. Falorni, che è nato a Firenze nel 1971 ma lavora adesso soprattutto in Germania, ha girato il documentario insieme a Byambasuren Davaa, una ragazza mongola, sua collega alla Scuola del cinema di Monaco (Hff). “Sono ancora totalmente stordito”, ha dichiarato il regista all’agenzia Dpa a Berlino. “Un successo del genere non me lo aspettavo proprio”, ha commentato.