“Credo tantissimo e fermamente nel valore delle sale cinematografiche“. Lo ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo alla LUISS a Roma all’incontro “Quale futuro per lo spettacolo dal vivo e il cinema?”, realizzato in collaborazione con la Direzione Generale Spettacolo dal Vivo e la DG Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura con il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria e i professionisti del settore, chiamati a raccolta da Gabriella Carlucci.
Il ministro Sangiuliano, di fronte alla platea di addetti ai lavori e studenti della LUISS, ha ribadito che “l’attenzione al settore cinematografico non è solo una declinazione nostalgica anche se per me andare al cinema era un rito familiare e anche adesso cerco di andarci quando posso. Quel momento di raccoglimento esperienziale che si ha attraverso il cinema, non lo si ha neanche con il più bel televisore. È come andare sul sito degli Uffizi invece che direttamente nel museo a Firenze. E’ un’esperienza assolutamente diversa. E questo lo dobbiamo dire”.
Sangiuliano ha poi spiegato che “cinema e spettacolo sono una fondamentale componente della nostra vita spirituale, ma anche parti essenziali di una filiera industriale importante. Questo ambito è destinato a crescere, aumenterà la richiesta di momenti di spettacolo perché aumenta la vita media delle persone e noi siamo chiamati a organizzarlo e supportarlo. Siamo impegnati a costruire un nuovo immaginario italiano, a recuperare l’identità italiana. Il cinema proietta la nostra immagine nel mondo”. Infine, ha sottolineato: “Dobbiamo certamente raccogliere le vostre istanze. Tuttavia, noi non possiamo in pochi mesi porre rimedio alle storture che si sono accumulate in decenni, ma cominceremo a lavorare con atti concreti e visibili, mediando quando c’è da mediare e orientati dal buon senso”.
Tra gli interventi anche quello dell’AD di Cinecittà Nicola Maccanico. Che ha riassunto gli obiettivi centrati da Cinecittà per poi rispondere alla domanda posta dal convegno: “Quale futuro per il cinema? Dobbiamo avere il coraggio di mettere più industria nel cinema, cioè sostenere il mercato. Ogni volta che è stato fatto un passo in avanti in questo senso, l’Italia ha risposto positivamente. Occorre sviluppare norme che rendano l’Italia più competitiva e anche accettare ciò che il mercato propone. Se alcuni operatori diventano molto grandi, questo fa parte del gioco e non è necessario pensare a correttivi. Il mercato va sostenuto con sistemi automatici per poi definire alcune categorie che meritano un aiuto particolare, come i giovani o i progetti di significativo valore culturale. Oggi abbiamo un’infrastruttura come Cinecittà che funziona, un credito di imposta competitivo, maestranze eccellenti, società di produzione importanti e investimenti per crescere. La direzione è quella giusta, dobbiamo continuare e accelerare”.
“Il grande limite del nostro Paese – ha affermato il presidente dell’Anica Francesco Rutelli – è che mettiamo in una grande pila decreti e regolamentazioni mentre il mondo galoppa. Ad esempio, ora stiamo discutendo di una cosa importantissima, il raddoppio di Cinecittà. La presenza della presidente Von der Leyen proprio a Cinecittà ha portato un messaggio importante: lì da una parte c’è la tradizione di Fellini e dall’altra i nuovi investimenti creativi. Siamo i più forti del mondo ma l’Italia troppe volte si divide rispetto a ciò che siamo e a quanto valiamo. La ricchezza, la pluralità, la forza creativa senza una natura industriale vengono spazzate via. Ora ci aspettiamo dal ministro la capacità di sostenere l’unicità e l’interesse nazionale italiano, insieme a una semplificazione e miglioramento delle procedure e certezza dei tempi che permette di attirare gli investimenti e di sostenere la formazione”.
“La nuova Rai deve investire sulla propria filiera, sui produttori italiani ed europei e fare quello che già c’era in una nostra proposta in Vigilanza approvata nel piano industriale Rai e disattesa: aggregare i produttori italiani e non, sulla propria piattaforma Rai Play. Qualcosa che invece ha fatto Sky. Questo è sbagliato, dobbiamo avere un senso di appartenenza della nostra filiera industriale, culturale e audiovisiva”, ha detto il presidente della Commissione Cultura e Università della Camera Federico Mollicone (FdI). “Abbiamo la più grande azienda di produzione di audiovisivo italiana che è la Rai, e abbiamo Cinecittà, nazionalizzata anche con il nostro contributo, per la quale ora si lavora al raddoppio”.
“Il Governo – ha aggiunto Mollicone – con uno dei suoi primi atti, ha incentivato la visione in sala di film italiani puntando su una riduzione del prezzo del biglietto di cui si farà carico lo Stato. Le sale cinematografiche hanno bisogno di attenzione massima. Abbiamo incrementato il tax credit per il cinema e i fondi per la digitalizzazione dell’audiovisivo. L’Italia deve tornare ad avere un ruolo protagonista nell’ambito del cinema. Nel PNRR è finanziato per 300 milioni un rilancio di Cinecittà che può tornare ad essere quella che era negli anni ’50-60. Per tutelare il settore del cinema e dell’audiovisivo inoltre abbiamo varato alla Camera, e approvato all’unanimità, una legge contro la pirateria digitale. Oltre ad intervenire prontamente contro gli streaming illegali, la legge punisce anche il camcording e istituisce specifiche campagne di comunicazione. Recupereremo 700 milioni di PIL e 10 mila posti di lavoro”.
Mollicone ha spiegato come la dotazione del Fondo Nazionale per lo Spettacolo sia aumentata di 40 mln di euro. “Il tax credit al cinema ha funzionato e pensiamo di estenderlo al teatro. La sala cinematografica deve essere aperta, oltre che ai film, all’audiovisivo, alla VR, alla presentazione di libri, agli spettacoli teatrali, insomma deve diventare una vera e propria agorà. Ci impegniamo a incontrare gli esercenti con fondi per l’innovazione e vorremmo istituire una detrazione per il consumo culturale individuale”.
Tra gli interventi quelli di Giampaolo Letta, vicepresidente e ad Medusa, Stefano Bethlen ad di Notorious Pictures, Marina Marzotto presidente AGPCI.
Interverranno il regista e scrittore Pupi Avati; monsignor Dario Edoardo Viganò, sacerdote ambrosiano, vicecancelliere della Pontificia accademia delle scienze e delle scienze sociali e presidente della Fondazione Mac; Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà e Gianluca della Maggiore, professore presso l’Università telematica internazionale Uninettuno e direttore del Cast
A Parma due giorni di intenso dibattito tra studiosi e giornalisti. Mentre un documentario ricostruisce la sfera privata e le battaglie di tanti intellettuali del cinema
“L’equa remunerazione di autori e AIE e la rappresentatività delle collecting alla luce del nuovo regolamento Agcom” è il titolo del convegno che si è svolto alla Camera dei Deputati
Agli Stati generali di Siracusa un panel dà spazio ai direttori di Festival, da Alberto Barbera a Giulio Base. Assente il neo direttore di Taormina Marco Muller