Saimir, dall’Albania all’Europa


Francesco Munzi Speriamo che l’Orso di cristallo si accorga di noi. Così scherzano i due giovani produttori di Orisa parlando di Saimir, in concorso al Kinderfilmfest berlinese nella sezione 14 plus. Daniele Mazzocca e Cristiano Bortone, insieme da una decina d’anni sotto un marchio che, scaramanticamente, rimanda a una divinità brasiliana del candomblè, la dea Orishà, hanno prodotto l’opera prima di Francesco Munzi.

Un film a basso budget ma che ha già collezionato, dopo l’esordio a Venezia Orizzonti e la menzione al Leone del futuro, premi e critiche positive: dal festival francese Premiers Plans di Angers, dove ha vinto per la miglior colonna sonora, ai prestigiosi premi Fice e Cicae. Finanziato in parte dal Fondo di sviluppo del programma Media, Saimir ha potuto così finanziarsi un lavoro di scrittura e preparazione più accurato rispetto alla norma dell’industria italiana, purtroppo molto spesso frettolosa. “Undici stesure della sceneggiatura e tre viaggi in Albania – racconta Mazzocca – per trovare il giovane protagonista, che alla fine abbiamo incontrato per caso, perché ci è venuto contro mentre s’impennava col motorino sulla strada che collega Tirana all’aeroporto”.

Mishel Manoku, così si chiama il giovane protagonista, era un ragazzo dallo sguardo spavaldo appena diciassettenne, che nel frattempo è diventato maggiorenne e che spera di ottenere una scrittura in qualche fiction televisiva, magari proprio nel ruolo del ladruncolo arrivato dall’Est con qualche carretta del mare. Ma realtà e fantasia s’incrociano, come in Saimir, che nasce anche da un lavoro di documentazione, per esempio sulle abitudini e gli atteggiamenti dei giovani rom di un campo nomadi: così Mishel non è potuto venire a Berlino, per un problema di visto scaduto, e non sarà accanto all’attore che interpreta suo padre, Xhevdet Feri, celebre in patria (“è il Giannini albanese”, dicono di due produttori) e straordinario nel rendere i chiaroscuri di un genitore che cerca di fare del suo meglio in condizioni drammatiche. A Berlino proseguono le trattative con l’Istituto Luce, che dovrebbe distribuire il film di Munzi, ma che purtroppo potrà contare su un contributo ministeriale alla distribuzione decurtato di due terzi per le note vicende del passaggio dalla vecchia alla nuova normativa. “Il giovane cinema italiano – dice Bortone, che sta lavorando al suo terzo film da regista – si sta dando da fare per trovare sbocchi internazionali, speriamo però che lo Stato non ci abbandoni proprio adesso”. 

autore
16 Febbraio 2005

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