Sarà Sabrina Ferilli, protagonista del suo L’acqua… il fuoco tra gli eventi speciali, a consegnare stasera al regista Luciano Emmer il Premio Pasinetti per la sua ‘lunga, lunga, lunga notte d’amore con il cinema’. Un riconoscimento da parte del Sindacato dei giornalisti cinematografici all’85enne autore tornato instancabilmente dietro la macchina da presa e giunto a Venezia da Amsterdam “dove hanno scoperto il mio cinema 50 anni dopo”.
L’acqua… il fuoco, tra gli interpreti anche Giancarlo Giannini e Valérie Kaprisky, è il ritratto di 3 donne in 3 luoghi diversi – Torino, Parigi e Lussemburgo: “Sabrina è riuscita ad essere autentica, senza essere attrice, il suo è un unico personaggio anche se gli episodi sembrano separati l’uno dall’altro” spiega il regista. Lei, al suo fianco, ricorda di aver amato i suoi film, testimoni dei nostri anni ’50, e scherza sul carattere scorbutico e anarchico, sulle qualità affabulatorie di lui, “è un grande incantatore quando racconta”.
Come è stato il rapporto con Emmer?
Luciano sfata il mito che le persone anziane siano deboli, malinconiche e sofferenti. E poi con i ‘vecchi’ del teatro e del cinema, ho un rapporto pù facile, così è stato con Armando Trovajoli, Marco Ferreri, i fratelli Taviani. Con i coetanei invece il rapporto è più faticoso, più diffidente. Luciano, mentre gira, non ha una tabella di marcia, è fantasioso.
Che cosa ha apprezzato di questo film?
La libertà di interpretare personaggi diversi. Certo si tratta di donne le cui storie sembrano senza speranza, donne dal carattere non propositivo, dunque lontane dalla mia sensibilità, tuttavia protagoniste della loro vita, non al margine. Il film restituisce la visione romantica di Luciano che associa i sentimenti e l’amore alla sofferenza, al disagio. Per me è l’opposto, l’amore rimanda a un grande momento di vitalità e gioia.
Quale dei 3 episodi ha amato?
L’episodio di Stefania è il più completo, il più riuscito dal punto di vista narrativo. Gli altri 2 mi hanno divertito per la loro natura fantastica. Nell’interpretare Elena e la sua notte parigina con un clochard, ho privilegiato le pause rispetto alle parole. Elena, dopo il tentato suicidio, deve riaffacciarsi alla vita e perciò parla con gli occhi. Stella, la circense, è invece un personaggio schizzato, con una sua crudezza.
Quando tornerà sul set?
A fine ottobre inizieranno le riprese di Al di là delle frontiere, un film-tv di Maurizio Zaccaro per RaiUno. Il film racconta una storia vera, vissuta e narrata da Hans Weidemann nel suo romanzo. E’ la vicenda d’amore tra una staffetta partigiana e un ufficiale delle SS che verranno accusati entrambi di tradimento. Non si sa ancora chi interpreterà l’uomo, di sicuro si tratterà di un attore tedesco.
Teatro?
Due anni di seguito al Sistina con “Rugantino” mi hanno stancato, mi prendo perciò un po’ di tempo.
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