Collezionista di auto d’epoca, pilota provetto e anche giornalista di settore per la rivista “Car”, Rowan Atkinson è l’uomo giusto per sintetizzare lo spirito italico: “Ho percorso la Via Emilia da Nord a Sud e non ho potuto non notare la vostra flessibilità nei confronti della guida. Non siete come i tedeschi, i francesi o gli inglesi. E se mi chiedessero dove si può guidare con assoluta vivacità, risponderei certamente in Italia”.
Mr. Bean è a Roma per presentare Johnny English La rinascita, che da 28 ottobre porta in 400 sale con la Uip la seconda puntata delle avventure di un agente segreto molto sui generis, imparentato con le tante parodie di 007, da Casinò Royale a Austin Powers. Già radiato dall’MI7 e dopo un periodo di addestramento sulle montagne del Tibet, English viene richiamato in servizio per sventare un attentato contro il premier cinese. Combinerà guai in mezzo mondo, rischiando di metter fine alla sua vita per mano degli svizzeri. Che sarebbe il massimo dell’umiliazione.
Nel cast, anche Gillian Anderson e Rosamund Pike: la prima è Pegasus, che come nuovo capo dei servizi cerca di arginare il maschilismo dell’ambiente, la seconda è una psicologa comportamentista che in modo del tutto imprevisto si invaghisce proprio di Johnny.
Le parodie dei film di spionaggio sembrano essere intramontabili.
Sì, è un mondo che si presta alla commedia e alla parodia, visto che ha schemi ben noti agli amanti del ciinema. Oggi che i film di James Bond sono diventati meno umoristici e più duri, noi comici abbiamo anche più spazio.
Cosa rende Johnny English così buffo?
Mentre James Bond è quasi un superman, uno a cui tutto riesce facile, Johnny è umano, vuole fare la spia a tutti i costi, ma non è portato e quindi deve darsi da fare e lottare strenuamente. Un uomo normale in cui è facile identificarsi e, secondo me, questo secondo film, in questo senso, è anche migliore del primo.
Come descriverebbe il cambiamento di Johnny dal primo al secondo film?
Direi che c’è stata un’evoluzione piuttosto che una rivoluzione… La vis comica di questo personaggio nasce dal fatto che crede di essere bravissimo ma non lo è. Stavolta abbiamo cercato di renderlo più sfumato: non è uno sciocco completo, ha una notevole dose di coraggio, è determinato, non si dà per vinto finché non ha portato a termine la sua missione.
Rosamund Pike ha detto che lei è un grande gentleman sul set, che non se la tira per niente ed è molto generoso con i colleghi.
Non sta certo a me confermarlo, ma se l’ha detto la ringrazio. Per me la recitazione serve a raccontare storie. Se un attore è troppo concentrato su se stesso, il risultato sarà negativo per tutti. Mentre se c’è la giusta chimica, tutti danno il meglio.
Tra tutti gli 007 della storia del cinema, qual è il suo preferito?
Il primo Johnny English era piuttosto simile a Roger Moore, specie per le battute. In comune con Bond ha l’autocompiacimento, lo stile british, l’eleganza… Io personalmente li amo tutti, Sean Connery e Pierce Brosnan.. ma anche Craig è stato bravo a dare nuova vita al genere. Qualsiasi ragazzino e sotto sotto anche tutti gli adulti vorrebbero essere come James Bond, a qualsiasi latitudine.
Le piacerebbe fare per una volta il cattivo?
Gli attori inglesi hanno ottime possibilità di fare i cattivi quando vanno a Hollywood. Ma essere identificato con Mr. Bean non aiuta, difficilmente un produttore mi proporrà un ruolo serio. C’era una mezza idea di far comparire un cugino cattivo di Johnny English, ma io non voglio. Secondo me quando in un film lo stesso attore fa due ruoli, lo spettatore si sente un po’ tradito. Specialmente quando i due personaggi sono sullo schermo nello stesso momento.
Ha scelto lei la Rolls Royce modificata che si vede nel film?
Volevo una macchina prettamente inglese, ma la Aston Martin è stata troppo sfruttata, è diventata un cliché. Così abbiamo optato per una Rolls col motore V16, un motore che non è mai stato usato e che era in magazzino a Monaco. Ce l’hanno messo a disposizione. E’ una macchina vera e perfettamente funzionante, l’ho anche usata per andare a un paio di premiere.
Si è divertito a guidare la carrozzella per paralitici modificata.
Sa, in un buon film di spie c’è sempre bisogno di un bell’inseguimento. Noi abbiamo pensato di renderlo diverso con questa carrozzella che è un vero giocattolo. Ha un motore da go-kart e va fino a 60 km all’ora che per un aggeggio così piccolo è una bella velocità e anche pericolosa. E’ stato uno spasso guidarla davanti a Buckingham Palace.
Le capita di rivedere i suoi film? E che effetto le fanno?
Non guardo mai i miei film. Certo, durante le riprese mi capita di vedere i giornalieri o il montato, ma ho una specie di scissione dal personaggio che incarno sullo schermo. Lo considero come altro da me. E se un amico mette su una cassetta di Mr. Bean, io esco dalla stanza.
Qual è la migliore commedia comica di tutti i tempi?
Domanda difficile. Forse Le vacanze di Monsieur Hulot di Tati. E poi mi piace molto Dirty Rotten Scoundrels (in italiano Due figli di…, ndr) con Michael Caine e Steve Martin: ci sono diversi episodi divertenti.
Sente di avere qualcosa in comune con Mr. Bean e Johnny English?
Spero di no, ma qualcosa ci dovrà pur essere… Beh, Mr Bean è simile a come ero io a 10 anni, un bambino in un corpo da adulto. Di Johnny ho forse alcuni aspetti positivi, ma non sono uno che nutre aspettative irrealistiche. Magari mi piacerebbe essere una spia, ma so che non ne sarei mai capace.
Pensa che i film comici siano una buona medicina in questi tempi di crisi?
Sì, sono un antidoto alle difficoltà della vita quotidiana. Ecco perché l’ultima cosa alla quale rinunciamo è il divertimento. Magari l’ultimo euro lo spendiamo per il pane, ma il penultimo sarà per il cinema o per un concerto rock. Non arrivo a dire che sia una missione rendere le persone felici, ma mi fa piacere sapere che la gente sta meglio grazie a me.
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