Un viaggio lungo le rive del Gange in compagnia di un Caronte d’eccezione: il barcaiolo Gopal, che del fiume conosce ogni ansa. Pian piano, con il lento fluire delle onde, si disvelano i riti millenari di una cultura arcaica e per noi estranea, dove il rispetto per la morte è il sintomo più evidente dell’amore assoluto per la vita. Al suo primo film, Gianfranco Rosi mostra di saper coniugare le sue grandi doti di osservatore con il talento del fine cesellatore di storie, aprendo una via nuova a un cinema documentario capace di cancellare distanze etniche, antropologiche e geografiche.
Il regista Gianfranco Rosi è protagonista alla Festa del Cinema edizione 18 per accompagnare e rivedere, trent’anni dopo, il suo primissimo lungometraggio dal titolo Boatman.
Rosi, in tutti questi anni, con il documentario ha cercato di rompere la barriera tra questo genere e il cinema stesso. Non è il documentario ad avergli cambiato la vita, ma lui ad aver tentato sperimentando sempre di cambiare il DNA di questo genere.