Una celebrazione in bianco e nero delle doti attoriali di Ida Di Benedetto. E’ Rosa Funzeca di Aurelio Grimaldi, evento speciale di Venezia 59.
Tra i meno duri i film del regista, ripercorre la struttura narrativa di Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini ma, spiega Grimaldi, “non è un remake ma un omaggio”. Torna dunque la storia dell’amore di una prostituta, questa volta napoletana, che per amore del figlio Fernando, adolescente cresciuto in un istituto religioso e diviso tra la Play Station e piccole scorribande con gli amici, lascia il marciapiede e mette su un’attività nel mercato rionale ma, indebitata fino al collo è costretta a riprendere l’antico mestiere.
Il ragazzo (Primo Reggiani), lo scopre, ribolle di rabbia e vergogna fino all’atto estremo del finale. Nel cast della pellicola anche Aldo Giuffrè, nel ruolo di un vecchio usuraio tentato dalla bellezza di Rosa, e Ennio Fantastichini nei panni del Capitone, magnaccia con tanto di classico macchinone e abbigliamento sopra le righe.
“Per me la figura della prostituta è un’ossessione che riaffiora quasi in ogni film, da La discesa di Aclà a Floristella a Le buttane. Anche qui c’era una donna di strada, Blu Blu, con un figlio in istituto. La suggestione per Rosa Funzeca viene da lì. E’ un progetto che ho inseguito per molti annI. Ho lasciato il contesto sociale, i ragazzi di strada, sullo sfondo per concentrarmi sull’amore di Rosa per Fernando. Rispetto ad altri miei film è più sentimentale” dichiara Grimaldi.
Gli chiediamo se si è sentito in ombra rispetto al gigantismo di Ida Di Benedetto che, insieme alla figlia Stefania Bifano, è anche produttrice del film con Titania, la loro società. “Il rischio c’è stato – scherza – ma mi sono difeso con furiosi litigi pieni d’affetto. Ida è un’interprete splendida. Ha anche avuto un grande coraggio ad accettare un bianco e nero molto cattivo, virato con toni scuri che indurisce i personaggi”.
Il film uscirà a ottobre distribuito da Istituto Luce.
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