Romanzo criminale 2: il male dell’Italia è l’indeterminatezza


“Un film d’autore, ma seriale”. Così Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya, definisce la serie Romanzo Criminale, che fa seguito al bestseller di Giancarlo De Cataldo e al film di Michele Placido che ne venne tratto nel 2005, giunta alla seconda stagione, di cui viene presentata in anteprima la prima puntata, dopo il clamoroso successo di vendite, critica e pubblico della prima sortita televisiva, risalente ormai a due anni fa.
I dati parlano da soli: vendite all’estero in oltre quaranta paesi, 135.000 DVD venduti, più di colossi made in USA del calibro di Lost e Dr. House.

“Non possiamo fare delle stime precise, data l’ampiezza della proposta – specifica Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky Italia che assieme alla società di Tozzi produce, e trasmette, la serie – ma non escludo che in molti abbiano firmato l’abbonamento solo per poter guardare Romanzo Criminale. Nell’ultimo trimestre abbiamo vissuto una fase di grossa crescita, con 58mila iscritti su 4 milioni e 800mila circa. Essendo una pay tv, il nostro primo obiettivo è naturalmente quello di offrire agli appassionati prodotti nuovi e originali, ma riteniamo che un prodotto di qualità come Romanzo Criminale contribuisca sensibilmente alla crescita culturale del nostro paese”.

 

“E’ una serie tutta italiana, anzi, parecchio ‘romana’ – gli fa eco il direttore di Sky Cinema Nils Hartmann, facendo riferimento all’ambientazione e allo spiccato accento dei protagonisti – dalla produzione alle maestranze. Nella seconda serie, dopo l’omicidio del Libanese, vedremo introdotte molte novità: dall’evoluzione del personaggio di Bufalo all’introduzione di una nuova, significativa presenza femminile”.

“Il successo della prima serie sta a significare che in Italia la domanda c’è – sottolinea ancora Tozzi – E’ un incoraggiamento a fare e a fare bene. Il libro fu innovativo perché si trattava per la prima volta di una storia di gangster, vista non dalla parte dell’indagine, ma da quella della ‘strada’. Sulle stesse coordinate si mosse il film di Placido, altrettanto innovativo. La sfida è stata riuscire a riportare tutta questa carica di originalità in tv, con i meccanismi narrativi del serial ma anche il colore, il calore e l’intensità di un film per il cinema”.

“C’era molta aspettativa per questa seconda serie e naturalmente delle pressioni – racconta il regista Stefano Sollima – ma io stavo attento soprattutto a non ripetermi. Un problema già risolto, in parte, in fase di sceneggiatura, perché percepiamo questa seconda stagione esattamente come un ‘secondo tempo’ cinematografico. Cambia un po’ tutto, perché si passa dai cupi anni ’70 ai più superficiali ’80, cambia l’ambientazione, il look. Dalle tv in bianco e nero dei democristiani si arriva al colore delle tv private, e via basettoni, capelli lunghi, vite basse e pantaloni a zampa. Soprattutto cambia la percezione dei soldi: nella prima parte era ciò che teneva unito il gruppo, in questa sono la principale causa di scontri”.

“La prima serie è stata uno dei lavori più facili che ho affrontato in assoluto – dichiara a tal proposito lo sceneggiatore Daniele Cesarano, che ha scritto la serie assieme a Paolo Marchesini, Barbara Petronio e Leonardo Valenti – il materiale era tutto nel libro, bastava dividerlo in maniera ordinata. La seconda serie, al contrario, è stata per me uno dei lavori più complessi. Un conto è narrare l’ascesa e la parabola di una gang, più difficile metterne in scena il disfacimento, anche perché il finale tragico mi rendeva difficile conservare la carica d’ironia di cui a mio parere la narrazione è intrisa. In un paio di snodi fondamentali ci siamo permessi di tradire il libro, e io sono grato a De Cataldo per averlo accettato”.

“I personaggi sono come dei figli – risponde divertito lo scrittore-magistrato – perché in ognuno di essi c’è una parte di chi li crea. Ma è normale che i figli si allontanino e, con la complicità dei genitori, si facciano delle nuove vite. Nella seconda serie i nodi vengono al pettine, e in particolare dovrebbero vederla tutti quelli che accusarono la prima di ‘esaltare il male’, perché i conti si fanno alla fine. Lo scopo era, e resta, quello di raccontare gli intrighi e i misteri della storia italiana nella percezione, assolutamente parziale, della ‘gente di strada’. Perché è l’indeterminatezza, il non sapere fino in fondo cosa accade, il vero male del paese, ieri come oggi”.

Presente anche il cast al completo, compreso Francesco Montanari, interprete del “Libanese”, assassinato al termine della prima stagione. Ci sarà anche lui, dunque?
“Ci sarò, risponde l’attore. Farò il ‘fantasmino’, la coscienza di un personaggio particolare di cui per ora non svelo nulla”.

 

“Se anche dovessero ricordarmi tra quarant’anni solo per l’interpretazione del ‘Freddo’ – risponde il collega Vinicio Marchioni – io ne sarei contentissimo, dato che di attori oggi c’è l’inflazione”. Comunque vada, l’avventura di Romanzo Criminale finisce qui. Non è una sorpresa per nessuno l’infausta fine che faranno tutti i personaggi.

 

“E’ il limite di questo modello, basato sul romanzo -commenta Tozzi in chiusura – ha la potenza della parola scritta, ma prima o poi termina. Ha funzionato, compresa la scelta di cast e regista, giovani e relativamente poco noti, per cui lo ripeteremo. E penseremo anche ad altri prodotti simili a quelli americani, serie long-running, con episodi conchiusi, che potenzialmente possono durare per sempre. Per ora l’eredità produttiva di Romanzo Criminale sta in un altro progetto molto simile, a cui stiamo lavorando con Sky, di cui non svelerò altro”.

Ma come conferma dell’importanza che la serie ha assunto, nel caso ce ne fosse bisogno, stasera l’azionista di Sky Rupert Murdoch volerà da Londra appositamente per assistere alla prima per il pubblico, che si terrà al cinema The Space Moderno di Roma, con il cast al completo. E il supercanale statunitense HBO, che vende a Sky la serie Boardwalk Empire di Martin Scorsese, compra “in cambio” Romanzo Criminale, che da noi andrà in onda invece tutti i giovedì, alle 21:00, su Sky Cinema 1 e HD, a partire dal 18 novembre.

autore
10 Novembre 2010

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