Roman Polanski non verrà estradato negli Stati Uniti. L’annuncio è stato dato oggi a Berna dal ministro della Giustizia elvetico, Eveline Widmer-Schlumpf. Il regista torna così libero, perché la Svizzera ha revocato anche gli arresti domiciliari.
Così è stato motivato il no all’estradizione, sottolineando la “situazione di fiducia” che si era creata per il regista in Svizzera: “Roman Polanski non avrebbe deciso di partecipare, nel settembre del 2009, al Festival del film di Zurigo se non fosse stato convinto che il viaggio non gli avrebbe comportato alcuno svantaggio legale”, spiega il comunicato.
Occorre “tenere conto del fatto ben noto che Roman Polanski ha, sin dall’acquisto della sua casa di Gstaad nel 2006, per anni soggiornato regolarmente in Svizzera senza che le autorità statunitensi avessero mai presentato una domanda formale di estradizione. “Inoltre – aggiunge il comunicato – Polanski non è mai stato controllato dalle autorità elvetiche nonostante la sua iscrizione nel sistema di ricerca svizzero. Tali circostanze hanno creato una situazione di fiducia”.
“Sono pazzo di gioia”, ha commentato il filosofo francese Bernard-Henri Levy, primo a lanciare una petizione di sostegno di Polanski. “E’ nello stesso stato d’animo dei milioni di cittadini che lo hanno sostenuto, il suo sentimento è che giustizia è stata fatta”, ha concluso Levy.
L’avvocato francese del regista, George Kiejman, si è detto “molto contento e commosso. Sia come amico di Roman Polanski sia perché penso che abbia subito un lungo calvario”, ha detto rendendo omaggio alla giustizia svizzera la cui “analisi giuridica è molto corretta. Mi congratulo perché così potrà tornare in Francia e rivedere liberamente suo figlio, sua figlia e sua moglie Emmanuelle Seigner, a cui rendo omaggio perché ha dato prova di grande coraggio in tutto questo periodo. Spero che il malinteso con le autorità americane sia ora più facile da risolvere e auspico che potrà tornare un giorno negli Usa”, ha concluso il legale.
“Soddisfazione” è stata espressa anche dal ministro francese della Cultura Frederic Mitterrand. In un comunicato diffuso a Parigi, il ministro sottolinea inoltre che ora “Polanski può finalmente ritrovare la comunità di artisti che lo hanno sostenuto con calore e rispetto durante molti mesi”. Una vicenda giudiziaria, conclude il ministro, che ha visto opporsi anche “voci incontestabili come quella di Milan Kundera“.
Polanski, che compirà 77 anni il prossimo 18 agosto, era stato arrestato il 26 settembre 2009 all’aeroporto di Zurigo, in esecuzione di un mandato di cattura spiccato dalla Procura di Los Angeles per ”rapporti sessuali illeciti con una minorenne” risalenti agli anni Settanta. Dallo scorso 4 dicembre il regista si trovava assegnato a residenza coatta nel suo chalet di Gstaad, nell’Oberland bernese. Il 24 novembre il Tribunale penale federale gli aveva concesso gli arresti domiciliari contro una cauzione di 4,5 milioni di franchi. Lo scorso aprile una corte californiana aveva rifiutato un processo in contumacia.
Dal canto suo, il regista rivolge “un immenso grazie” a tutti coloro che lo hanno sostenuto. “Non voglio esprimermi pubblicamente – dice Polanski – ma solo ringraziare di cuore coloro che mi hanno sostenuto e condividere la mia soddisfazione”. E se la moglie Emmanuelle Seigner parla della “fine di un incubo”, gli Usa, che si dicono ‘delusi’, continueranno a cercare “giustizia”.
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