Roberto Herlitzka, dopo Il mnemonista di Paolo Rosa, torna in un ruolo difficile e di forte intensità: è lui a interpretare Federico Caffè, il grande economista misteriosamente scomparso la notte del 14 aprile 1987 e mai più ritrovato, nel primo lungometraggio di Fabio Rosi, L’ultima lezione, prodotto da Dario Formisano e Roberto Gambacorta per Riverfilm. Caffè era un riformista estremo e un uomo molto amato dai suoi studenti, alla facoltà di Economia, per il rigore e la sensibilità. La sua scomparsa causò, in quegli anni Ottanta che adesso sembrano lontanissimi e troppo vicini, un vero caso. Il film di Rosi, che è tratto dal romanzo omonimo di Ermanno Rea uscito per Einaudi nel ’92 e ristampato per l’occasione, sta per uscire nelle sale, il 1° giugno, distribuito dalla Lantia. E molto clamore ha suscitato un’anteprima all’Università alla presenza di Ciampi.
Che cosa sapeva di Federico Caffè prima di essere chiamato a interpretarlo?
Praticamente nulla. Mi ricordavo molto vagamente del clamore suscitato dalla sua scomparsa, ma niente di più. In origine, Fabio Rosi non aveva pensato a me per questa parte, ma ad Aroldo Tieri, che tuttavia ha deciso di ritirarsi dopo il primo ciak. Non si sentiva adatto. Rosi mi aveva visto nella Lunga vita di Marianna Ucrìa e forse anche in qualche altro film, mi apprezzava e alla fine ha scelto me.
Le ha creato problemi il fatto di dover interpretare una persona vera, dai contorni ancora netti nella memoria dei suoi amici e dell’opinione pubblica?
Di sicuro mi sono posto il problema. Per permettermi di entrare meglio nel personaggio Fabio mi ha dato una cassetta con una raccolta delle interviste di Caffè alla radio e in tv, che per me è stata un aiuto prezioso. Federico Caffè era un uomo molto affascinante, è così che lo ricordano i suoi allievi e tutti quelli che l’hanno conosciuto e hanno lavorato con lui. Io personalmente ho avuto dei colloqui molto commoventi con la sua segretaria. Dal punto di vista fisico, però, non gli somiglio, anche se nel film ho adottato la sua pettinatura e i suoi vestiti. Alla fine, sono riuscito a calarmi nel personaggio, tanto che addirittura alcuni degli amici di Caffè mi hanno detto che incontrandomi per la strada mi avrebbero scambiato per lui. E proprio come lui L’ultima lezione è un film inquieto, pensieroso.
Com’è stato lavorare con un regista all’opera prima, avendo alle spalle una lunga esperienza di attore?
Molto molto piacevole. Fabio Rosi è un ragazzo preparato, intelligente e consapevole, anche se è solo agli inizi. Ci siamo trovati bene insieme. Secondo me, farà strada.
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