La partecipazione di Roberto Cicutto, in veste di produttore, al Festival di Cannes 2001 è di quelle da ricordare: due film in concorso e uno nella sezione Un Certain Regard. Si tratta precisamente del bellissimo Il mestiere delle armi diretto dal maestro Ermanno Olmi (leggi l’intervista) e del film francese Va Savoir, interpretato tra gli altri dal “nostro” Sergio Castellitto, per la regia di Jacques Rivette. Per la vetrina Un Certain Regard l’italianissimo Le parole di mio padre di Francesca Comencini, liberamente ispirato al romanzo La coscienza di Zeno scritto da Svevo (leggi come ce lo ha raccontato).
“I due film italiani”, precisa Cicutto, “sono stati entrambi realizzati con la partecipazione di Rai Cinema. L’imponente produzione del film di Olmi vanta inoltre una partnership finanziaria italo-franco-tedesca, grazie al contributo di Cinema 11, StudioCanal e Taurusproduktion. Mentre per Comencini abbiamo lavorato con il favore della relazione commerciale stretta con Donatella Botti che ha unito alla cordata una società francese”.
”Va Savoir” di Rivette rilancia la strategia coproduttiva con i cugini oltralpe?
Esatto. Un bilancio più che positivo visto che, in attesa dei responsi del concorso ufficiale della Croisette, con la Pierre Grisé Production siamo di nuovo al lavoro per Lundi matin, il film che Ioseliani sta girando a Venezia.
Rafforzare la sinergia con altri partner europei può essere l’unico modo per poter parlare ufficialmente di una precisa identità cinematografica del Vecchio Continente?
Direi che è una buona strada, se non l’unica. Preciserei, però, che si deve trattare di veri e propri interscambi finanziari, e non solo di collaborazioni tecniche.
Si può anche pensare a un rafforzamento del circuito distributivo per una comune strategia europea di promozione?
Creando solide basi coproduttive direi che diventa fisiologico.
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