Ritratto di famiglia per Roschdy Zem

C'è stata molta autobiografia in questa Venezia 79. E ce n'è moltissima in uno degli ultimi film del concorso, Les miens di Roschdy Zem, attore molto celebre in Francia, qui anche regista


VENEZIA – C’è stata molta autobiografia e autobiografismo, in questa Venezia 79. E ce n’è moltissima in uno degli ultimi film del concorso, Les miens di Roschdy Zem, attore molto celebre in Francia – tra i suoi lavori recenti lo splendido Roubaix, une lumière – e qui anche sceneggiatore, con Maïwenn, e regista.

“Girare questo film non è stata una decisione, per me è stata una necessità. Non avevo mai rivelato questioni così personali nelle mie opere”, ammette Zem, già autore di diverse opere. Qui racconta la storia di una famiglia francese di origini marocchine, una famiglia borghese e benestante ma con problemi di vario tipo, soprattutto sentimentali. Al centro della narrazione c’è Moussa (Sami Bouajila), che è sempre stato premuroso, altruista e disponibile nei confronti di tutti, al contrario del fratello Ryad (lo stesso Zem), anchor sportivo di successo, completamente preso dal suo lavoro, perennemente immerso in telefonate e mai disponibile ad aiutare o anche semplicemente ascoltare i suoi cari, compresa la compagna (Maiwenn). Tuttavia, una sera, Moussa, che è appena stato lasciato dalla moglie senza spiegazioni, ha un incidente e in seguito a un ematoma cerebrale diventa aggressivo e perde qualsiasi filtro, trattando male tutti, a partire dai suoi figli, uno dei quali è un convinto terrapiattista.  

Les miens, che alterna momenti drammatici e comici nella durata aurea di un’ora e mezza, è ispirato a fatti realmente accaduti. “Quando il lobo frontale va a farsi benedire, si dicono cose vere senza mediazione. E succede di tutto. Il film parla anche di questo: fino a dove si può arrivare con le parole, con la sincerità? A volte la sincerità può anche distruggere una famiglia. Per me questo film è anche una sorta di allegoria sulla società moderna e sulle relazioni tra persone e anche con i media”, aggiunge il regista.

Che conclude: “Attraverso il ritratto di una famiglia, ho voluto condividere drammi, conflitti, nevrosi, dolori e anche momenti di felicità, evitando distorsioni culturali o religiose, per me sempre troppo presenti quando si parla di una generazione di origine immigrata. La famiglia è un rifugio da cui si deve scappare, per potersi mostrare come si è. Questo film è la mia storia d’amore con la mia gente”.

Il film sarà distribuito in Italia da Movies Inspired.

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09 Settembre 2022

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