La Casa del Cinema di Roma (da sabato 1 a martedì 4 novembre) e l’ultimo giorno presso il Centro Ebraico Pitigliani (Via Arco dè Tolomei, 1), il Pitigliani Kolno’a Festival, Ebraismo e Israele nel cinema. L’edizione di quest’anno del festival è dedicata ai personaggi che hanno fatto e attraversato la Storia del Cinema.
Film di apertura sarà Gett, di Ronit e Shlomi Elkabetz, che uscirà nelle sale italiane il 20 novembre, distribuito da Parthénos, pellicola appena scelta da Israele per la corsa all’Oscar come miglior film straniero. Protagonista del film è Viviane Amsalem (interpretata da Ronit Elkabetz), una donna che da cinque anni cerca invano di ottenere il divorzio dal marito Elisha, davanti all’unica autorità che in Israele possa concederglielo: il tribunale rabbinico.
Tra gli ospiti l’attrice Gila Almagor che presenterà Matzor (Assedio, 1969) del regista Gilberto Tofano, figlio di Sergio Tofano. Il film racconta di Tamar, giovane vedova della Guerra dei Sei giorni, madre di un bambino, che vive in un villaggio circondata da ufficiali dell’esercito che hanno combattuto con suo marito e che lo considerano un eroe.
Quindi, l’Omaggio all’attore e regista Assi Dayan, con la proiezione di alcuni suoi lavori, tra cui Life According to Agfa, due episodi di Betipul, serie televisiva israeliana e in italia con il titolo di In treatment.
Dedicato a Dayan, sarà presentato anche il documentario Life as a Rumor, diretto da Adi Arbel e Moish Goldberg, che saranno ospiti del festival. Quest’ultimo documentario sarà in parte oggetto del primo PKF Professional Lab, che si tiene lunedì 3 novembre: un laboratorio dedicato all’utilizzo del materiale di archivio, dal titolo “La storia nell’oggi”, moderato dai due direttori artistici, Mario Musumeci e Maria Cristina Misiti.
Altro documentario, The good son, di Shirly Berkovitz, che sarà ospite del festival, Premio del Pubblico all’International Documentary Film Festival di Amsterdam, storia di un giovane israeliano che si chiude in camera, nascosto dai suoi genitori conservatori.
La musica è protagonista del documentario I’m your man, di Lian Lunson, ritratto del musicista, poeta e scrittore Leonard Coen, raccontato da colleghi e amici, definito da Wim Wenders “uno dei più bei film sulla musica di tutti i tempi”.
Tra i lungometraggi, Big bad Wolves, di Aharon Keshales e Navot Papushado, film vincitore del primo premio all’Accademia Americana del Film di Fantascienza, Fantasia e Orrore; Next to her, opera prima di Asaf Korman, recente vincitrice del Gran Premio al Festival di Haifa; il road movie Magic men, di Guy Nattiv ed Erez Tadmor, la storia di un anziano signore di origini greche e del suo viaggio a Salonicco e Santorini alla ricerca dello sconosciuto che salvò suo padre durante la Shoah. Al centro di Bethlehem, di Yuval Adler, presentato alla Mostra di Venezia, è la storia drammatica del giovane palestinese Sanfur reclutato anni prima per collaborare con i servizi segreti israeliani.
L’ultima giornata del festival si tiene presso il Centro Ebraico Pitigliani e prevede la proiezione del cortometraggio Mi ritroverai dentro di te, scritto e diretto dal regista romano Eitan Pitigliani, interpretato dall’attore argentino Andrès Gil.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
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