Un matrimonio mostruoso, in sala dal 21 giugno, è il sequel di Una famiglia mostruosa di Volfango De Biasi, che adattava alla società italiana il classico canovaccio horror comedy a là Famiglia Addams o The Munsters.
Il film dimostra ancora una volta che quando si tratta di raccontare la realtà, i ‘mostri’ non sono così diversi dai cosiddetti individui normali.
Il regista adotta un umorismo diretto e semplice nella pellicola che uscirà in oltre 300 copie con 01.
Il cast è composto da personaggi eccentrici, tra cui spicca lo zio Nanni interpretato da Paolo Calabresi, un Frankenstein esuberante e dipendente da cervelli, che finisce per rubare il primo che trova, solo per scoprire che appartiene a Isadora Duncan.
Questo fatto lo rende oggetto del desiderio del suo opposto esatto, cioè di Maurizio Mattioli nel ruolo dell’uomo virile, forte e pronto a combattere. Nel film troviamo anche la strega ansiosa Brunilde (Paola Minaccioni), che sta perdendo i suoi poteri lentamente a causa della menopausa (chiamata ‘strego pausa’) e Vladimiro (Massimo Ghini), il marito vampiro che si trova anch’egli a combattere contro il trascorrere del tempo.
Entrambi partecipano al funerale di Nando, il suocero di Adalberto (Cristiano Caccamo), che apparentemente è morto sepolto sotto una colata di cemento armato, ma che in realtà è scappato in un lontano paradiso fiscale. Nonostante questa tragedia, le due famiglie si sono riunite: quella umana di Luna (Emanuela Rei), figlia di Nando, e quella mostruosa di suo marito Adalberto.
L’unica a conoscere la verità su Nando è la sua bella moglie Stella (Ilaria Spada), che, rimasta sola, approfitta della crisi matrimoniale tra Vladimiro e Brunilde per trovare un nuovo compagno.
Il regista romano classe 1972 spiega: “Sono felice che il film partecipi a ‘Cinema Revolution’. Il primo film ha avuto successo al botteghino nonostante la pandemia, ma questa volta dovrebbe essere diverso”. De Biasi scherza ancora: “Questo matrimonio spaventoso potrebbe essere considerato un’opera realistica, un documentario sulla famiglia italiana, ma una cosa è certa: dobbiamo smettere di considerare la commedia come un prodotto di serie B. Per realizzare una buona commedia servono attori eccezionali e, per questo motivo, faccio casting molto seri”.
Massimo Ghini ci tiene invece a dire che il suo traporto per Stella non nasce certo “da attrazione di carattere sessuale, ma casomai sanguigna (più volte infatti assaggia il sangue della donna e lo trova il più gustoso mai provato)”.
Minaccioni scherza invece sulla ‘stregopausa’ ed è felice di questo film tra grande scuola della commedia italiana e fantasy”. Entusiasta infine Maurizio Mattioli che dichiara: “Il mio è un personaggio paradossale, ma questa è la più stimolante tra le cose che ho fatto negli ultimi cinquant’anni”.
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