TORINO – “Togliatti era un mio ammiratore. Una simpatia, la sua, che mi creò problemi per un viaggio negli Usa. Mi chiamarono all’ambasciata per il visto e mi chiesero se per caso fossi comunista. Dovettero intervenire i miei genitori, che votavano Dc, per chiarire tutto”. Così Rita Pavone, una delle protagoniste di Nessuno ci può giudicare di Steve Della Casa e Chiara Ronchini, passato al Torino Film Festival e che sarà distribuito in sala dal Luce. La sua è tra le interviste che meglio restituiscono il clima e le contraddizioni dell’epoca, un periodo di grandi trasformazioni in cui lei, con la sua carica trasgressiva fu un’icona. “Soffrii molto all’epoca – dice la Pavone -, ma non mi sembrava giusto fare la cantante impegnata una volta che avevo avuto successo e guadagnato tanti soldi. Eppure quella realtà la conoscevo bene, mio padre era un operaio Fiat”. E ancora, ripescando nelle sue memorie: “Io e Morandi, che venivamo da famiglie dignitosamente povere, ci ritrovammo allora sballati nel mezzo di tutto questo, non essendo né carne né pesce”. Per l’attrice, cantante e showgirl (classe 1945), oggi c’è ancora un desiderio nel cassetto, quello di interpretare un ruolo drammatico: “Vorrei tanto farlo sul grande schermo, ma per ora ci sono riuscita solo a teatro. Mi volevano in realtà dare un ruolo in Adua e le compagne, ma poi mi dissero che il mio personaggio, la mia popolarità, erano troppo ingombranti perché la cosa funzionasse”.
Tremila spettatori in più per questa edizione, che si aggiungono ai 75mila della precedente edizione e indicano che il Torino Film Festival è una realtà consolidata per tutti gli amanti del cinema
Il premio al miglior film del concorso va all'opera prima cinese The Donor di Qiwu Zang, miglior attrice a Rebecca Hall per Christine di Antonio Campos, miglior attore a Nicolas Duran per Jesus di Fernando Guzzoni. Miglior film per Italiana.doc è Saro di Enrico Maria Artale, Premio Speciale della giuria a Moo Yadi Filippo Ticozzi
"Si chiude un'edizione del Tff di grande qualità e successo di pubblico, con un aumento di copertura dei media anche internazionali che testimonia come il festival, ancora oggi particolare e coerente con le sue origini, sia amato e seguito da chi si occupa di cinema nel mondo". Lo ha detto il direttore del Museo del Cinema di Torino, Alberto Barbera
Il regista di Z L'orgia del potere e di Missing ha ricevuto a Torino il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera salutato da un videomessaggio di Riccardo Scamarcio. In questa intervista parla di cinema e di impegno civile, di Fidel Castro e di Donald Trump, dell'Europa e dei rischi che corre ancora oggi la democrazia. E denuncia: "Netflix quando produce pretende il final cut e fa quello che vuole del film"