A Torino apre il Museo Nazionale del Cinema, la settima arte ritorna nella città dove sono stati girati i film muti italiani e il primo kolossal Cabiria, con la sceneggiatura di D’Annunzio e la regia di Pastrone. Nella Mole Antonelliana è ospitato un secolo di storia di celluloide. Il palazzo simbolo di Torino, 167 metri di altezza, prima della Tour Eiffel era la costruzione più alta in Europa, ora è diventato un cine-museo, il più alto del mondo.
“La costruzione più paradossale che io conosca”, dice l’architetto svizzero François Confino che è riuscito a inserire in questo enorme spazio, esteso tutto in altezza, schermi, manifesti, vecchi proiettori, ricostruzioni di scenografie, tutto quello che riguarda il cinema da prima dei fratelli Lumière.
Grazie alla collezione di Maria Adriana Prolo, iniziata nel ’41 con un pezzetto di pellicola, e ad altre collezioni donate o comprate, si ripercorre la preistoria e poi la storia di questa strana arte.
Si inizia con le ombre cinesi, i teatrini ottici, lanterne magiche e stereoscopi, bellissimi oggetti, che vanno dal Settecento al Novecento. Strumenti rudimentali per riprodurre la luce, la profondità e poi il movimento. Bellissime scatole, alcune decorate, dentro le quali manovelle e specchietti mostrano paesaggi, ville e donnine che si agitano con piccoli scatti.
Poi si arriva, con T. A. Edison al vero e proprio cinema, solo che è ancora chiuso in una scatola e quindi, come veri inventori, vengono incoronati i fratelli Lumière, in loro onore è proiettata l’entrata del treno nella stazione di La Ciotat, naturalmente su un grande schermo, che addirittura ne fa uscire una vera locomotiva. Da qui si passa a un’altra storia del film, quella della sua lavorazione, attraverso il camerino di una diva, lo studio dello sceneggiatore, una ricca illustrazione di sequenze di cult-movie. Si scoprono le varie tappe di come si realizzano Psyco e La dolce vita, con sceneggiature originali di Hitchcock e Fellini, bozzetti di Chaplin o di Fleming, quelli di Via col vento, costumi originali di Star Wars e i mostri di Alien.
L’area centrale del tempio, così chiamata perché in origine la Mole doveva essere una Sinagoga, è occupata da comode sdraio rosse da cui si vedono contemporaneamente i filmati “Torino nel cinema muto” e un documentario di Carlo Lizzani sulla storia del cinema italiano. Ai lati numerose cappelle onorano “i sacramenti” del grande schermo: “l’amore e la morte”, con un letto di velluto rosso che gira, sul cui soffito sono proiettate le scene con Leonardo Di Caprio di Romeo + Juliet o l’Otello di Welles, “l’assurdo”, dove si guarda seduti su delle tazze del bagno Monty Python e l’Aereo più pazzo del mondo, “l’horror” e tanti altri.
Al centro della città, mostri di cartapesta, il corpetto di Marilyn, il cappello e la sciarpa di Fellini e le sequenze del Padrino e dei Predatori dell’arca perduta illustrano e spiegano l’arte del cinema, grazie a un ascensore trasparente sospeso nel museo, si passa poi dalle gigantografie di Rita Hayworth e la Mangano alla vista panoramica di Torino.
Accanto a questo nuovo museo c’è anche un archivio di film con quasi 7000 titoli.
Il Museo nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana, via Montebello, 20
Dal martedì al venerdì dalle ore 10,00 alle ore 20,00
Sabato dalle ore 10,00 alle 23,00
Chiuso il lunedì e la domenica
Tel. 011.8178364
SITO UFFICIALE
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