RICKY TOGNAZZI


“Credevo di non aver alcun legame con Trieste e invece ho scoperto che una parte della mia storia si intreccia con questo luogo”. Ricky Tognazzi commenta la sua presenza sul set triestino di Per Agnese, corto digitale in alta definizione, diretto da Massimo Cappelli, di cui è protagonista.
Il progetto nasce nell’ambito delle manifestazioni celelebrative del cinquantenario del ritorno di Trieste all’Italia che ricorrerà il 26 ottobre 2004.
Coprodotto dall’Associazione Maremetraggio e Istituto Luce con 45mila euro di budget, Per Agnese conterrà filmati d’archivio dell’Istituto Luce. Tra questi, alcune immagini del giorno della Liberazione e dell’alzabandiera americano. Il corto viene girato fino a martedì tra il Carso, l’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste e alcuni interni riscostruiti.

Cosa è successo a Trieste che riguarda la sua famiglia?
Mia madre, Pat O’Hara, lavorò qui tra il ‘49 e il ‘50. Era impegnata in uno spettacolo di rivista di Erminio Macario. Poiché era una cittadina inglese, fu l’unica a cui gli alleati non controllarono continuamente l’identità: la sua presenza si rivelò fondamentale per la compagnia teatrale.

Anche in Per Agnese la storia parte dal maggio ‘45, con la conclusione della seconda guerra mondiale e l’arrivo delle truppe alleate.
Io interpreto Francesco, figlio di Agnese, una triestina scappata subito dopo la guerra con un militare neozelandese. Francesco, nato e vissuto in Nuova Zelanda, tornerà 50 anni dopo per vendere la casa di famiglia appena ereditata con la scomparsa della madre. Questo viaggio permetterà all’uomo di ricostituire il filo della memoria che lo lega a quella città.

La memoria, un bagaglio pesante nel caso del suo personaggio.
Di certo è fatta di recriminazioni e sensi di colpa. Agnese è andata via e non è mai più tornata, ha voluto cancellare tutto. Non ha mai più guardato indietro…Sta a Francesco a ricomporre i pezzi.

Il titolo, Per Agnese fa pensare a delle lettere…
..scritte da mia zia, la sorella di madre, e mai giunte a destinazione. Questa è una storia intimista, delicata, in cui avviene un incontro-scontro tra una vecchia signora, interpretata dalla vecchia attrice triestina Ariella Reggio, e un uomo non più tanto giovane, come Francesco.

Lei prima d’ora non si era mai confrontato con il digitale.
Questa è la prima volta. Invece ho già partecipato a cortometraggi, ma come regista. Realizzare un corto equivale a raccontare una piccola storia. Si tratta di un grande esercizio di stile dove si è meno costretti dalle griglie del racconto classico.

Dopo Per Agnese dove la vedremo impegnato?
Io e Simona Izzo stiamo scrivendo la sceneggiatura di una fiction su Eleonora Duse per Mediaset: è la storia di una persona ma anche la storia d’amore fra lei e Boito, l’incontro con D’Annunzio. La Duse è il primo personaggio mediatico che comprende la forza del suo ruolo, al di là di quello di attrice. Attraverso la sua amicizia con D’Annunzio, Eleonora Duse, capisce che essere artista ha a che fare con la manipolazione della realtà.
Un altro progetto è ispirato a un fatto di cronaca: parla di rapporti di amicizia nel mondo ospedaliero.

autore
19 Marzo 2004

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