GIFFONI VALLE PIANA – “A 11 anni quando ho iniziato a recitare mi sono sentito invisibile. Non andavo a scuola, non giocavo con i miei coetanei. Molte persone pensano che chi fa l’attore non possa provare questi sentimenti, ma non è così”. Richard Madden ha condiviso con stampa e soprattutto i giovani del 52mo Giffoni Film Festival le sensazioni di quando era ragazzo, partendo dal tema principale di questa edizione, l’invisibilità. Ancora oggi, nonostante la popolarità, l’attore britannico, 36 anni, noto per aver interpretato Robb Stark nella serie di successo Il Trono di Spade e per esser stato Ikaris nel film della Marvel Eternals, ha raccontato di sentirsi invisibile. “Se spendi troppo tempo nei panni di un altro, con abiti diversi e una voce diversa, magari interpretando un ruolo che dura nel tempo, puoi sentirti così – ha detto – Non mi sono sentito Richard in alcuni momenti della mia vita, ma un altro che non sono io. È allora che vado alla ricerca di me stesso”.
Ricordando i suoi inizi, ha detto che a 15 anni ha deciso di smettere di recitare, ricominciando poi a 17. “Mi sono venuti un sacco di dubbi. Mi sono chiesto: riuscirò a fare bene questo lavoro? Ancora oggi li ho. Qualche volta mi sveglio la mattina e mi sento inadeguato”. Grazie a questo mestiere, però, ha imparato quanto sia “importante la condivisione, scambiare idee e pareri diversi con gli altri”. Recitando è riuscito anche a superare la sua timidezza e affrontare chi lo bullizzava. “Ho passato un momento difficile e il teatro è stato importante per me – ha ricordato – perché ho condiviso con altri ragazzi stessi ideali e interessi, una passione forte. Certo ho dovuto trovare anche in me stesso la forza per superare le difficoltà”.
A chi gli ha domandato cosa consiglierebbe a un giovane che vuole diventare attore, Madden ha risposto: “Di non prendersi troppo sul serio. Quando ero ragazzo io non c’erano telefonini e le persone si guardavano intorno. Oggi nessuno ti calcola, fissa solo il cellulare e invece è importante condividere il più possibile”.
Tornando alla sua carriera, e pensando a quando ha scoperto che avrebbe smesso di interpretare Robb Stark nella terza stagione de Il Trono di Spade, ha confessato: “Ho capito che era arrivata la fine naturale per il mio personaggio”. Il ruolo più difficile mai interpretato nella sua carriera, e per il quale ha vinto anche un Golden Globe, è stato il sergente David Budd nella serie Bodyguard: “È stata una vera sfida quel ruolo non solo perché lavoravo anche sedici ore al giorno. Era un personaggio di poche parole e ho dovuto esprimere le emozioni con la fisicità”.
Oggi cosa gli fa scegliere un progetto, “non è un ruolo ben specifico, un supereroe o un uomo cattivo – ha detto – Leggo la sceneggiatura e cerco di imparare qualcosa di più, perché spero che mi possa insegnare sempre qualcosa. Non sono io a scegliere i personaggi, ma sono loro che scelgono me”.
Recentemente ha finito di girare Citadel, una serie Prime Video ambientata “in un mondo molto particolare dello spionaggio dove si intrecciano le vite di tanti personaggi che conducono vite semplicissime”. Durante la pandemia gli è venuta, invece, l’idea di un podcast fantascientifico dal titolo From Now in cui “ci sono due fratelli gemelli che sono stati sempre molto uniti e che si ritrovano in due punti opposti del globo cercando il modo per interagire”.
Riguardo a Ikaris, Madden ha detto di aver già dato come supereroe e che non ha bisogno di interpretarne altri. “L’unico vero della mia vita è mio padre, che ha fatto il vigile del fuoco”. Poi su un possibile ritorno del personaggio, ha aggiunto: “Al momento non ho letto alcun copione della Marvel dove c’è e comunque il suo futuro non dipende da me”. Il 22 agosto uscirà in Italia House of the Dragon, l’attesa serie prequel de Il Trono di Spade. Madden la vedrà? “Sono molto curioso, perché in questo caso sarò solo uno spettatore”.
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"Ha ragione Barbera quando dice che si fa più per quantità. Io distinguo, però, tra produttori e artisti. Perché i primi fanno film per i numeri, gli altri per esprimere la propria idea sul mondo". Così Sergio Rubini, ospite di Giffoni, intervistato da Cinecittà News