Brufoli, goffaggine e masturbazione: il mondo degli adolescenti visto da Riad Sattouf, fumettista francese che per la sua opera prima Les beaux gosses (I bei ragazzetti), ha creato un universo un po’ grottesco, a metà tra quello de La classe (ma in piena tempesta ormonale) di Cantet e Il tempo delle mele, con un po’ di Notte prima degli esami.
In questa storia, che ha strappato tantissime risate al pubblico della Quinzaine, tra le facce spigolose e curiose degli interpreti pescati nelle scuole, spuntano anche diversi volti famosi, come quello di Irène Jacob, Marjane Satrapi, Emmanuelle Devos e Valeria Golino.
Quello dell’attrice di Respiro è un piccolo ma divertentissimo cameo, in cui recita con molta ironia una “mamma sexy” protagonista di un video che i ragazzi usano per masturbarsi: armata di aspirapolvere, tenta di sedurre un ragazzino amico del figlio (interpretato dal regista del film, con tanto di parrucca da adolescente sfigato).
Protagonisti di Les beaux gosses sono gli esordienti Vincent Lacoste, Anthony Sonigo e Alice Tremolières: ragazzi goffi e cattivelli a caccia delle prime esperienze sessuali, capaci di dedicare un tema su un “personaggio storico” a 50 cents o a Rocco Siffredi.
Perché ha scelto questa storia per il suo esordio da regista?
Sono fumettista e ho disegnato diversi album sull’adolescenza ambientati nei licei: è senza dubbio il mio argomento preferito. Quando ho avuto l’opportunità di girare il mio primo film, mi è venuto naturale raccontare questo mondo.
I giovani protagonisti sono tutti sconosciuti. Come li ha scelti?
Cercare gli interpreti giusti è stato il lavoro forse più difficile. Abbiamo fatto un casting di tre mesi cercando i ragazzi nei licei: non dovevano avere delle belle facce, ma al contrario volti particolari, diversi, dovevano sembrare un po’ sfigati, avere un modo speciale di parlare e di muoversi. Cercavo dei ragazzi che fossero simili ai miei compagni di scuola, e ho scelto quelli che riuscivano a mostrarsi più naturali davanti alla telecamera.
Si è ispirato a qualche film sull’adolescenza in particolare?
Visto che si trattava di un’estensione dell’universo dei miei fumetti, quando ho iniziato a fare il film non avevo in mente dei riferimenti cinematografici particolari. Ma adoro i film di Truffaut e mi è piaciuto molto Petites, un film interpretato da Noémie Lvovsky, che non a caso recita in Les beaux gosses nei panni della mamma del protagonista Hervé.
In Les beaux gosses ci sono anche delle belle apparizioni di attrici molto note.
Cercavo soltanto degli attori sconosciuti e con volti particolari, ma poi quando abbiamo completato la sceneggiatura mi sono reso conto che c’erano dei ruoli femminili molto divertenti e ho voluto affidarli alle mie attrici preferite: Emmanuelle Devos, Irène Jacob e Valeria Golino. Ero sicuro che non sarei riuscito ad averle, e invece hanno accettato subito.
Come ha lavorato con Valeria Golino?
Valeria è venuta apposta dall’Italia per girare la scena insieme a me, era il primo giorno di riprese. E’ stato bellissimo perché è un’attrice che mi ha segnato: la prima volta che sono andato al cinema da solo ho visto Hot Shots e mi sono immediatamente innamorato di lei. Sapevo che la mia produttrice aveva prodotto Respiro, una pellicola che adoro, perciò le ho chiesto di contattarla, ed è stato facile. L’ho incontrata a Parigi e le ho spiegato chiaramente come si sarebbe svolta la scena, e lei ha accettato subito perché è una ragazza spiritosa e semplice. Se mi avessero proposto Julia Roberts o Nicole Kidman avrei comunque scelto Valeria Golino.
Il film non sembra essere precisamente collocato nel tempo. Perché questa scelta?
La mia intenzione non era quella di fare un film generazionale che dicesse “gli adolescenti di oggi sono così”. Per questo ho voluto mescolare gli adolescenti di oggi con quelli dei miei ricordi, di quando ero adolescente io negli anni ’80. Ed è per questo che sono vestiti come mi vestivo io al liceo. Volevo ricreare un universo per restare coerente nella mia storia.
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